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Amazzonia nel fuoco: mai così tanti incendi. E l'Europa congela i fondi per conservarla

I roghi, spesso dolosi, cresciuti dell'83%. Berlino: "Basta soldi al Brasile"

Amazzonia nel fuoco: mai così tanti incendi. E l'Europa congela i fondi per conservarla

San Paolo Un fenomeno così a San Paolo non si era mai visto. Lo scorso lunedì in pieno primo pomeriggio il cielo si è fatto all'improvviso scurissimo e il giorno ha lasciato spazio alla notte. Tutta colpa delle correnti fredde provenienti dal vicino Atlantico che insieme al fumo dell'Amazzonia in fiamme ha creato un mix climatico senza precedenti. C'è chi, in quelle ore, ha persino raccolto acqua: era tutta nera. Dietro questo incredibile episodio meteorologico si cela il dramma che il Brasile sta vivendo in modo accentuato da mesi ovvero la distruzione della foresta amazzonica. Secondo i nuovi dati dell'Inpe, l'Istituto nazionale brasiliano per le ricerche spaziali, quest'anno è stato registrato un numero record di incendi con un incremento dell'83% rispetto allo stesso periodo del 2018.

Di questi quasi 73 mila incendi, rispetto ai 39.759 registrati in tutto il 2018, alcuni sono accidentali ma la maggior parte dolosi. Consentono, infatti, ai grandi latifondisti di trasformare il polmone verde del pianeta in gigantesche aree da pascolo. Il tutto senza alcun rispetto né dell'impatto ambientale né della vita delle comunità indigene locali che si trovano costrette a ritirarsi sempre più nelle loro riserve quando addirittura non sono costretti a migrare. Del resto era stato lo stesso Inpe - il cui presidente Ricardo Galvão poche settimane fa era stato licenziato in tronco dal governo di Jair Bolsonaro - a lanciare l'allarme: la deforestazione nell'Amazzonia brasiliana è cresciuta del 278% nel luglio scorso, se comparata con lo stesso periodo del 2018. Insomma a ritmo ormai quotidiano l'Amazzonia perde migliaia di km quadrati. E la situazione è così grave ormai che il governo dello stato dell'Amazonas, dove solo in agosto si sono registrati oltre 5300 incendi, ha creato in queste ore un gabinetto di crisi per cercare di arginare un'emergenza che da settembre per ragioni di stagione potrebbe diventare ancora più grave ed ingestibile. L'altro stato colpito dagli incendi, l'Acre, sta valutando se dichiarare nei prossimi giorni lo stato di calamità naturale. «I nostri pompieri - ha dichiarato il governatore Gladson Cameli - non riescono a rispondere a tutte le chiamate mentre la foresta continua a bruciare senza sosta».

Quanto al presidente Bolsonaro, sostenuto in campagna elettorale proprio dalla lobby latifondista, ha bollato di nuovo i dati dell'Inpe come fake news. Ma la sua popolarità è in caduta libera soprattutto a livello internazionale. Qualche giorno fa Norvegia e Germania hanno interrotto i finanziamenti al fondo governativo brasiliano per la conservazione dell'Amazzonia, dopo che il governo verde-oro ne aveva bloccato le operazioni accusandolo di usare i suoi soldi in modo improprio. Fondo nel quale la Norvegia negli anni ha fatto arrivare 1,2 miliardi di dollari, diventandone il principale finanziatore.

Dal canto suo la Germania ha motivato il taglio del finanziamento dicendo di non essere sicura che il governo brasiliano stia effettivamente cercando di riforestare l'Amazzonia.

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