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Asino a scuola? Arruolati nell'esercito

La Difesa inglese bombarda i social di messaggi ai 16enni delusi: «Venite con noi»

Asino a scuola? Arruolati nell'esercito

Londra Hai paura di non passare gli esami? Niente paura, puoi ancora diventare un soldato. In sostanza, è questo il contenuto dei messaggi pubblicitari con cui il ministero della Difesa britannico bombarda sui social media gli adolescenti di 16 anni alla fine della scuola secondaria, nel giorni in cui i risultati degli esami sanciscono il passaggio dalle superiori al biennio propedeutico prima dell'università. Lo rivela il quotidiano The Guardian in un'esclusiva che da voce allo sdegno e alla preoccupazione delle varie organizzazioni che si battono contro il reclutamento militare di ragazzi così giovani. Secondo Rachel Taylor, di Child Soldiers International un simile comportamento non solo è cinico, ma anche privo di etica e pericoloso per la sicurezza dei cittadini. «Fare dei teenagers il principale obiettivo della propria campagna pubblicitaria e tentare di reclutarli proprio nel momento in cui sono più vulnerabili e incerti sul futuro è orribile denuncia Taylor - Inoltre queste messaggi provano ancora una volta che il ministero prende di mira in modo deliberato dei ragazzini che hanno appena raggiunto l'età minima per venire reclutati in modo da riempire i posti vacanti nell'esercito, quelli dei ruoli meno qualificati».

Insomma, una sorta di specchietto per le allodole questi messaggi che spesso appaiono come per magia sulle schermate di Facebook senza che nessun ragazzo li abbia richiesti e che rassicurano chi teme di non farcela che le Forze Armate hanno sempre in serbo una fulgida a soddisfacente carriera. «Utilizzare questo sistema nei confronti dei giovani del Paese ed approfittare dell'ansia di chi potrebbe venir deluso dai risultati degli esami offrendo un'alternativa idealizzata e assolutamente non realistica, è vergognoso» conclude la Taylor.

In Gran Bretagna le nuove tattiche utilizzate per il reclutamento stanno provocando crescente preoccupazione proprio per il messaggio implicito trasmesso nelle loro campagne pubblicitarie. Liz Saville Roberts, deputata del partito gallese Plaid Cymru che in materia ha presentato un'interrogazione parlamentare ,spiega: «Le pubblicità governative dicono ai nostri giovani che i risultati degli esami non hanno alcuna importanza. Se veramente hanno a cuore gli interessi dei ragazzi, allora dovrebbero aumentare il budget per la loro educazione, piuttosto che quello per le campagne sui social». In base alle informazioni ottenute dopo l'interrogazione della Saville Roberts solo tra il 2015 e il 2017, l'Esercito ha speso quasi due milioni per questo genere di pubblicità, in maggioranza su Facebook. Ovviamente non tutti gli adolescenti abboccano all'amo: un documento in possesso del Guardian mostra che ad arruolarsi sono soprattutto ragazzi appartenenti a ceti sociali bassi e economicamente disagiati.

Child Soldiers International sostiene inoltre che tra i soldati di 16-17 anni esiste un'incidenza molto più alta di problemi di salute mentale e comportamentale che nei militari più anziani.

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