Cultura e Spettacoli

La bellezza si nasconde anche dove si accumula il trash

La bellezza si nasconde anche dove si accumula il trash

D ove cerca un po' di bellezza, la gente? Questa domanda si affacciava alla mia mente, apriva varchi nel pensiero. Mi sentivo in dovere di soffermarmi. Di dare risposte, a me stesso. Cercavo gli strumenti adatti pensando che in fondo, per rispondermi, avrei dovuto prima di tutto conoscere meglio i consumi culturali dei miei simili: che libri leggono, quali giornali, che film apprezzano e cosa vedono in televisione. Decisi che quella mattina mi sarei dedicato a questo. Una personalissima indagine per tentare di capire dove, gli altri, individuano la bellezza; ovviamente la loro personale idea di beltà.

In aiuto ecco il primo strumento: un bellissimo pezzo de Il Post che illustra con sintetiche schede i dieci libri più venduti dalla intelligentissima e raffinata casa editrice Adelphi: dal 1962, anno di fondazione, ad oggi, sono passati oltre cinquant'anni e questa peculiare classifica sicuramente mi dirà molto di cosa cercano nei libri i lettori, quale idea di bellezza costruiscono grazie alle pagine di autori così diversi. In più, trasversalmente, i libri catalogati attraversano cinquant'anni di vita e dunque più generazioni di potenziali cercatori di bellezza che insieme ed ignari hanno costruito il «panel» che sfrutterò.

Non starò qui a raccontarveli tutti i dieci libri che hanno fatto la storia del catalogo Adelphi però che ci siano due libri di Sciascia, altri due in cui svetta la parola Zen, nonché il classicissimo «Insostenibile leggerezza dell'essere» mi fa pensare che i lettori di questa casa editrice abbiano cercato prevalentemente la filosofia del vivere. Abbiano acceso la propria mente non per evadere, ma per espandere.

Similmente, la sera della stessa giornata, vengo a sapere che un racconto di Camilleri, divenuto fiction televisiva- incanta otto milioni di spettatori stando poco al di sotto degli ascolti del Festival di Sanremo. Comincio a rendermi conto che l'Italia è, come spesso è accaduto, spezzata in due: i libri complessi e pensierosi di Adelphi, la fiction di Camilleri in prima serata, seguita a distanza di qualche giorno da un excursus del grande scrittore ripreso in Sicilia mentre incanta il pubblico in un teatro della Magna Grecia racchiudendo, nel breve giro di un'ora, preziose sintesi letterarie in una maratona ammaliante, non solo colta, ma affettuosa ed ironica.

Vengo a conoscenza del fatto che il film «Il primo re», recitato in protolatino, diventerà anch'esso una fiction televisiva, sempre in lingua latina, così come i libri di Elena Ferrante aumentano le vendite in virtù dei nuovi lettori spinti in libreria dalla stessa tv.

Dunque il bello lo troviamo davvero ovunque e facilmente, anche in quei luoghi che solitamente siamo portati a definire pop o di bassa lega, come può essere talvolta la televisione che non a caso ha dato il via alla circolazione della parola trash già molti anni orsono.

Il bello lo si cerca nelle mostre, affollate e riempite di gente di ogni età; nelle chiese; nella natura. La ricerca del bello rimane uno dei capisaldi della vita dell'uomo e ora - che come sempre vi sono uomini che lavorano per confezionare momenti di bellezza di cui altri simili possano goderne - la tecnologia dilata le occasioni e le opportunità di inciampare nella bellezza.

Allora esco di casa; lo so che anche in questa giornata incontrerò la bellezza . Mi guarderò intorno. So che il mio occhio, abituato e plasmato dalla ricerca del bello cercherà di prendere le distanze da ciò che bello non è. Proverà a sviare, se davanti a sé incrocerà il trash, alzerà il suo iride al cielo.

Lo riporterò in basso, non si deve fuggire; solo capendo bene la differenza tra brutto e bello si può puntare ad essere migliori.

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