Elezioni Politiche 2018

Berlusconi e Salvini firmano il patto in tv: "Ministero a Cottarelli"

I due leader: "Tra di noi non c'è distanza". E il Cav lancia l'uomo della spending review

Berlusconi e Salvini firmano il patto in tv: "Ministero a Cottarelli"

L'incontro, anche se a distanza, avviene da Lucia Annunziata a Mezz'ora in più, su Rai3. Silvio Berlusconi in studio e Matteo Salvini in collegamento, il primo che prende il posto dell'altro come ospite.

Una manciata di minuti e uno scambio di battute, per superare qualche incomprensione e ribadire che «è molto più quello che ci unisce che quello che ci divide», come dice il leader del Carroccio e dunque, assicura il Cavaliere, «la distanza tra Fi, Fdi, Lega sulle cose fondamentali non esiste». Insomma, sul programma tutti «d'accordissimo», sui punti fuori programma ci possono essere idee diverse, ma si troverà una soluzione. Davanti alla Annunziata Berlusconi firma il suo secondo contratto con gli italiani, come fece nel 2001 davanti a Bruno Vespa e garantisce: «Allora ho adempiuto a più del 50% di quei 5 punti. Io non sono Renzi: quando dico una cosa la faccio».

L'ultimo segnale di litigiosità nel centrodestra riguardava il condono edilizio, con Salvini assolutamente contrario («gli abusi edilizi vanno rasi al suolo, spero che Berlusconi sia stato frainteso») e il presidente di Forza Italia che sembrava aprire la porta. Ma lì, davanti ai telespettatori del dopopranzo domenicale, l'ex premier coglie l'occasione per precisare, prendendo il testimone dall'alleato: «Hai espresso con grande chiarezza posizioni che sono comuni. Approfitto per dire che non ho mai parlato di condono: ho detto semplicemente che quando si tratta di abbattere case bisogna vedere chi ci vive dentro, se famiglie con figli piccoli. In quel caso, prima bisogna trovare la sistemazione». Alla fine i due alleati concordano su una semplificazione amministrativa in edilizia.

E via uno. Poi c'è il tema spinoso di un eventuale bis dell'attuale esecutivo, che a Salvini fa venire l'orticaria («Non è lontanamente ipotizzabile la fiducia a un secondo governo Gentiloni»), e al Cav mica tanto. «Sono stato frainteso - dice -. Non ho mai parlato di un governo di scopo con a capo Gentiloni. Ho solo detto che la Costituzione prevede che in caso di mancanza di maggioranza vada avanti il governo attuale fino a prossime elezioni». D'accordo, allora: al voto subito.

Anche lo sport fa da collante e il Cav saluta con un: «Ciao Matteo, forza Milan!». La ritrovata sintonia con il «pirotecnico» alleato viene suggellata sul terreno immigrazione e razzismo. Sui fatti di Macerata, Berlusconi dice: «Sono sulla linea Salvini: il fascismo è morto e sepolto. È stato il gesto di uno non a posto con la testa, squilibrato. Il problema è che per colpa dei governi di sinistra non è stato fatto un controllo dell'immigrazione».

Pace fatta, dunque, almeno per ora. Perché il leader azzurro insiste che il suo partito sarà il primo della coalizione («Porterò Fi al 25% e il centrodestra al 45%, non ci sarà nessun accordo con il Pd») e sarà lui a dettare la lista dei ministri, 12 tecnici e 8 politici. Ne lancia anche uno, offrendo il ministero alla Spending review a Carlo Cottarelli, che in collegamento ha appena espresso dubbi sulla copertura della flat tax. «Sarebbe la persona giusta per fare i tagli alla spesa pubblica».

Il resto della trasmissione è tutto improntato alla distensione con la Lega. Berlusconi assicura che «Salvini sull'euro ha cambiato atteggiamento» e che l'Ue non è preoccupata dal Carroccio, ma da una vittoria del populismo del M5s, «temuto da tutti i moderati».

Però aggiunge che il movimento è al 27% e «non c'è più questo pericolo, lo dico con sollievo per la prima volta».

Commenti