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Biden e il Pacifico: il summit (in salita) con i leader

La Casa Bianca contende l'area alla Cina. Ma le isole Marshall e Salomone frenano sugli accordi

Biden e il Pacifico: il summit (in salita) con i leader

È iniziato in salita lo storico vertice sul Pacifico organizzato da Joe Biden a Washington con l'obiettivo di riguadagnare influenza nella regione per contrastare l'avanzata cinese. Già alla vigilia del primo summit in assoluto tra gli Usa e le isole del Pacifico due dei partecipanti - le Marshall e le Salomone - hanno mostrato resistenza agli sforzi dell'amministrazione. Le Isole Marshall il 23 settembre hanno sospeso i colloqui con gli Stati Uniti per rinnovare la loro partnership strategica: un mossa decisa in segno di protesta contro la presunta incapacità dell'America di affrontare l'eredità economica, ambientale e sanitaria dei test statunitensi sulle armi nucleari intorno agli atolli dal 1946 al 1958. Le Isole Salomone, che hanno firmato un controverso patto di sicurezza con la Cina all'inizio di quest'anno, hanno invece fatto sapere che non firmeranno la dichiarazione finale del vertice, suscitando ancora una volta le preoccupazioni degli Usa sui legami dell'arcipelago col Dragone. Il governo di Honiara ha spiegato che ha bisogno di più tempo «per consentire al Parlamento di prendere in considerazione la questione». Il testo in 11 punti, diffuso dal Guardian, impegnerebbe i paesi del Pacifico e gli Stati Uniti a lavorare insieme «di fronte a un peggioramento della crisi climatica e a un ambiente geopolitico sempre più complesso». Il rifiuto pubblico, tuttavia, sottolinea le complesse sfide che l'amministrazione Biden deve affrontare per riscattare la credibilità in una regione dove Pechino sta riempiendo il vuoto creato in decenni di disimpegno di Washington. Ieri sono stati il segretario di Stato Antony Blinken, l'inviato per il clima John Kerry e la segretaria al Commercio Gina Raimondo a incontrare i leder delle isole del Pacifico, promuovendo la determinazione dell'amministrazione a migliorare i legami con gli Usa. «Questo vertice riflette la nostra profonda e duratura partnership, che è sostenuta da una storia condivisa, valori e legami duraturi tra le persone», ha detto Blinken. Mentre oggi sarà il presidente Biden a dargli il benvenuto alla Casa Bianca. Intanto la vice presidente americana Kamala Harris, in visita in questi giorni tra Giappone e Corea del Sud, ha affermato che le azioni nel Pacifico della Cina sono «inquietanti», parte di un piano per «minare elementi chiave dell'ordine internazionale basato sulle regole». «La Cina ha mostrato la sua potenza militare ed economica per intimidire i suoi vicini. Abbiamo assistito a comportamenti inquietanti nel Mar Cinese orientale e meridionale e, di recente, alle provocazioni nello Stretto di Taiwan», ha spiegato, assicurando che le forze americane opereranno nella regione «senza timori». E dagli Usa è arrivato pure un nuovo messaggio a Pechino con l'invio nel Pacifico occidentale della nave da guerra più sofisticata, in una missione che potrebbe gettare le basi per l'eventuale dispiegamento di missili ipersonici statunitensi nella regione. La Uss Zumwalt - ha spiegato la Cnn - è un cacciatorpediniere lanciamissili multimissione che secondo la Marina «creerà un nuovo livello di complessità dello spazio di battaglia per potenziali avversari».

E nel Pacifico, uno di quei potenziali avversari è ovviamente il Dragone.

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