Elezioni Europee 2019

Da Borghezio a Mimmo Lucano: quanti big al ballo degli esclusi

Rivolta nel M5s: Di Maio ignora il voto web e depenna attivisti storici. Malumori nella Lega. E nel Pd salta il sindaco di Riace

Da Borghezio a Mimmo Lucano: quanti big al ballo degli esclusi

Candidati ai nastri di partenza per conquistare un seggio a Bruxelles: alle 20 di ieri è scaduto il termine per la presentazione delle liste in vista del voto del 26 maggio. Polemiche, veleni e rese dei conti hanno segnato le ultime ore di trattative.

Nel M5S, il capo politico Luigi di Maio ha ignorato la votazione online sulla piattaforma, imponendo qualche ritocco alla lista nella circoscrizione Sud. Un colpo di mano che ha scatenato malumori e accuse: la notte prima della scadenza è stato escluso Aniello Nazaria. Pare che l'esponente grillino sia stato depennato per informazioni non esatte sul curriculum. Ma nelle chat grilline monta la polemica. «Si esclude uno storico attivista che ha superato i due turni di votazione ma si salva un'indagata», tuona la base. Il riferimento è alla capolista del M5s nella circoscrizione Nord Ovest, Mariangela Danzì, indagata dalla procura di Brindisi in concorso con tecnici comunali e dell'autorità portuale e il presidente dell'autorità portuale del Levante, per il reato di «invasione di terreni pubblici». L'indagine ruoterebbe attorno alla realizzazione di un varco dogane in area comunale. I fatti si riferiscono a quando Danzì era sub commissario prefettizio al Comume di Brindisi. Al posto di Nazaria entra in lista Luigi Napolitano, ingegnere napoletano con un curriculum di tutto rispetto. Che la fase di presentazione della lista del M5S sia stata segnata da polemica è confermata dalla delegata grillina, Valeria Ciarambino, che alle 17 si presenta negli uffici della Corte di Appello di Napoli per consegnare i nomi dei candidati: «Polemiche? Certo, ce ne saranno. Ma mi auguro che non si vada oltre. Le regole del Movimento sono state rispettate». Per Ciarambino, capogruppo dei Cinque stelle in Regione Campania e fedelissima del vicepremier - «i risultati delle europarlamentarie -, la selezione on line dei candidati, -sono stati rispettati». La lista sarà guidata da Chiara Maria Gemma, docente universitaria barese.

Veleni anche in casa del Carroccio al Sud: il Capitano Matteo Salvini non riesce a contenere la rivolta dei meridionali. Rischia di aprire un caso l'esclusione di tre big dalle liste: Camillo Giacco, candidato del sottosegretario al Sud Pina Castiello, è stato depennato dalla lista della Lega. A pesare la parentela con l'ex senatore del Pdl, Vincenzo Nespoli, al centro di un'inchiesta giudiziaria in via di conclusione proprio nelle prossime settimane. Salta dalla lista anche Giuseppe Lettieri, figlio dell'imprenditore napoletano Gianni, due volte candidato sindaco di Napoli per il centrodestra. E la penna rossa degli uomini di Salvini cancella anche Ernesto Sica, consigliere provinciale della Lega a Salerno: Sica fu al centro della famosa inchiesta sui dossier falsi contro l'ex governatore della Campania Stefano Caldoro. Al pari di un'esclusione provoca malumori l'ingresso in lista di Vincenzo Sofo, fidanzato di Marion Le Pen, nipote di Marine le Pen e direttore del blog il Talebano: Sofo non è meridionale ma dovrà approdare in Europa, secondo l'ordine di Salvini, grazie ai consensi del Sud. E fa storcere il naso ai leghisti del Sud anche il banchiere Valentino Grant, già piazzato a Cassa Depositi e Prestiti in quota Lega.

Tra le esclusioni eccellenti spicca il nome di Mario Borghezio, europarlamentare storico della Lega. Punta al seggio in Europa, con i voti della Lega, Massimo Casanova, patron del Papeete Beach, culla del divertimento a Milano Marittima, che intervistato dall'AdnKronos non nasconde la sua amicizia per il Capitano: «Il mio amico Salvini è un trascinatore di folle, un fuoriclasse della politica come lo era un altro mio amico, Marco Pantani». Correrà al Sud, confidando nelle origini pugliesi: «Girerò tutte le regioni del mezzogiorno e da imprenditore punterò al settore turistico». Nel Pd targato Zingaretti c'è il caso Mimmo Lucano: l'ala sinistra non ha digerito l'esclusione del sindaco di Riace.

Mentre i renziani minacciano di non fare campagna elettorale dopo il via libera agli scissionisti di Mdp.

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