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Caracas muore di fame. E Maduro vieta la piazza

Il regime vuole una Costituzione «alla cubana». Gli Usa: «A casa le famiglie dei diplomatici»

Caracas muore di fame. E Maduro vieta la piazza

Gianni Varzi da Caracas

La situazione in Venezuela si aggrava di ora in ora. Fonti affidabili hanno rivelato a Il Giornale che la nuova Costituzione il prossimo 30 luglio il governo ha indetto il voto per la nuova Assemblea Costituente - è in realtà già pronta ed è stata scritta «alla cubana». Per questo ci si aspetta che il voto di domenica sia un voto di facciata, con la possibilità reale di brogli elettorali in grado di garantire al governo il risultato che si è prefisso. Cioè l'insediamento senza mezzi termini di una dittatura. Il tutto in un clima surreale dove Maduro a conclusione della sua campagna per il voto, ha invitato l'opposizione, in un tono di sfida, ad «abbandonare la strada dell'insurrezione» e a sedersi a dialogare «ad un tavolo di pace».

Ma basta andare in giro per Caracas per rendersi conto che si è di fronte ad una emergenza umanitaria senza precedenti. Nelle vie principali di Chacao, un tempo elegante zona di Caracas, ricca di alberghi e centri commerciali, in queste ore si vedono centinaia di persone per strada in condizioni di salute precarie se non gravi che mendicano cibo e assistenza. A pochi giorni dal voto il governo ha adesso proibito le manifestazioni in strada, decisione che non ha fatto che esacerbare ancora di più l'opposizione la quale invita adesso invece alla «toma» del Venezuela, ovvero alla riconquista del paese. Il rischio di altri morti nelle prossime ore è dunque reale e sta spaventando la comunità internazionale che in varie forme sta abbandonando il Paese.

L'ambasciata Usa ha ordinato il rimpatrio immediato di tutti i familiari dei suoi funzionari mentre la compagnia colombiana Avianca ha cancellato tutti i suoi voli sul Venezuela seguita dalla statunitense Delta. Quanto ai venezuelani in fuga dal paese 800 di loro giunti in Ecuador rischiano ora l'espulsione mentre la Colombia ha annunciato un visto speciale di permanenza per due anni. Intanto è intervenuta l'Onu, per voce di Liz Throssell portavoce dell'alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha ammesso la sua preoccupazione per il fatto che tutte le manifestazioni siano state proibite e chiede al governo di Maduro di rispettare la legge internazionale e la libertà di espressione dei cittadini.

Anche i mezzi di comunicazione stranieri e venezuelani sono in allerta. Al famoso giornalista investigativo argentino Jorge Lanata è stato impedito di entrare nel paese mentre il suo collega venezuelano Luis Olavarrieta del sito Caraota Digital, aggredito e sequestrato per alcune ore dai collettivi chavisti il 16 luglio scorso è stato nuovamente ferito dalla Guardia Nacional mentre copriva la repressione della polizia in un quartiere di Caracas.In queste ore l'informazione reale corre soprattutto sui social, da twitter a instagram mentre la televisione venezuelana non mostra la gravità di quanto sta accadendo nel Paese. É così che si è diffusa la notizia dell'arresto di uno dei simboli dell'opposizione venezuelana, Wuilly Artega, il giovane violinista che suonando il violino ha partecipato alle manifestazioni contro Maduro. Il suo arresto è avvenuto senza nessun mandato ufficiale.

Il giovane è stato preso di forza mentre partecipava ad una manifestazione non violenta organizzata dal Mud, la Mesa de Unidad Democratica che sta giocando un ruolo decisivo nell'opposizione al governo.

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