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Carlo, i capricci dell'erede al trono

Bower svela i vizi del principe: che viaggia portando con sé i mobili

Carlo, i capricci dell'erede al trono

Petulante, capriccioso, ossessivo, autoindulgente. Un bambinone di quasi settant'anni. È il ritratto che del principe Carlo d'Inghilterra, l'eterno erede al trono (lo è dal lontano 1952) di Buckingham Palace, fa il giornalista Tom Bower in un libro destinato a far discutere per i particolari che rivela della vita del dinoccolato reale. Una biografia non autorizzata e probabilmente non autorizzabile.

Charles ha sempre amato far credere di essere una persona amorevole e interessata agli altri. L'immagine che ha sempre trasmesso di sé è quella di un uomo mite e un po' malinconico. Ma in realtà dal libro di Bower, di cui il Daily Mail ha rivelato alcuni passaggi, esce il ritratto di un uomo viziato ed egocentrico. Che quando viaggia per andare a visitare qualche amico per il fine settimana, è capace di portare con sé - oltre al personale «viaggiante» composto da un maggiordomo, due camerieri, un cuoco, un segretario privato, un dattilografo e una guardia del corpo - addirittura i mobili, fatti arrivare il giorno prima a destinazione con il furgone di un'azienda specializzata in traslochi, per arredare a suo gusto la stanza degli ospiti. Letto ortopedico compreso. Non basta: nel camion che una volta fu spedito a casa di una famiglia del Nord-est dell'Inghilterra dove Charles avrebbe trascorso un fine setimana, c'erano una piccola radio, il gabinetto privato, un rifornimento della carta igienica prediletta dall'erede al trono (ognuno evidentemente ha il trono che si merita...), bottiglie di whiskey Laphroaig, una scorta di acqua minerale di una certa marca, cibo organico in quantità e perfino due quadri con paesaggi delle Highlands scozzesi evidentemente imperdibili. C'è da sorprendersi se i padroni di casa non hanno in seguito rinnovato l'invito?

Questo accade quando il principe Carlo arriva. Perché non è detto che questo avvenga. A un'altra famiglia di amici del principe, che ebbero la cattiva idea di invitarlo nella loro tenuta nella campagna inglese vicino al Galles, andò peggio. Il principe sarebbe dovuto giungere il venerdì pomeriggio ma una telefonata da St James' Palace avvertì che per un contrattempo l'arrivo dell'erede al trono sarebbe stato spostato alla mattina del sabato. La mattina del sabato nuova telefonata e sbarco principesco rinviato alla cena del sabato. Infine la «buca» totale a causa di «circostanze impreviste». Che, avrebbe spiegato poi Charles ai padroni di casa, sarebbero state il fatto che lui, poverino, proprio non si sentiva pronto per quel fine settimana a fare a meno della bellezza del suo giardino di Highgrove. Ovviamente nemmeno una scusa per chi aveva per l'occasione ingaggiato del personale e acquistato cibo, bevande e fiori molto costosi. La puntualità è la cortesia dei re.

Ma evidentemente non dei principi.

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