Le opposizioni alzano il tiro a Verbania, dove il segretario comunale, Antonella Mollia, ha denunciato il sindaco, ossia dem Silvia Marchionini, per presunto mobbing e non solo. Sullo sfondo, un concorso comunale che non sarebbe finito come previsto dal primo cittadino. E che sarebbe alla base delle «pressioni» che il segretario comunale avrebbe subito, così come abbiamo già avuto modo di raccontare sulle pagine del Giornale. La politica, in buona sostanza, c'entra poco con questa storia. Ma ora la minoranza comunale vorrebbe che la Marchionini riferisse, in pubblico, agli scranni del consiglio comunale.
«Non è accettabile che il sindaco abbia relazionato alla sola giunta e non in consiglio, ovvero davanti all'organo che riunisce anche le opposizioni e che, soprattutto, rappresenta la città intera», fa sapere la Lega, con il segretario provinciale Enrico Montani. Stessa linea da parte del gruppo civico Verbania Futura: «Informare il consiglio comunale sull'accaduto, come da noi richiesto con una mozione respinta dal sindaco, dal Pd e dalla maggioranza, è un dovere, visto che il consiglio è l'organo di rappresentanza della comunità verbanese», affermano. Il sindaco, dal canto suo, continua a respingere le accuse ai mittenti: «Non è la prima volta che si tenta di screditarmi, ma continuerò a operare al mio meglio per il bene e gli interessi della città , e non dei singoli».
Nei giorni scorsi, anche Fratelli d'Italia ha detto la sua: «Tali fatti, se confermati, avrebbero una valenza non solo di atti persecutori verso una dirigente del comune, ma soprattutto di illecite pressioni per aggiustare dei concorsi pubblici, a danno della collettività e del criterio della meritocrazia», hanno dichiarato gli esponenti verbanesi meloniani.
La palla, adesso, è alla magistratura, che dovrà indagare per due distinte denunce. Quella della Mollia, appunto, che è inerente al presunto mobbing. E un'altra, sull'andamento del concorso, che è stata invece presentata da ignoti.
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