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In cella tesista-stupratore: le sue vittime 195 uomini

In cella tesista-stupratore: le sue vittime 195 uomini

Londra - Adescava le sue vittime fuori dai pub per gay, quando uscivano già ubriachi e più indifesi. Aveva l'aspetto del classico «nerd», quegli studenti spesso accademicamente brillanti che però hanno difficoltà ad integrarsi in università. Offriva gentilmente una bevuta e spesso un letto dove trascorrere l'ultimo scampolo di una nottata passata a divertirsi, poi a casa drogava la vittima di turno e la stuprava mentre si trovava in stato d'incoscienza, riprendendo tutta la scena. Reynhard Sinaga, conosciuto fino a ieri solo come «lo stupratore di Manchester», arrestato nel 2017 e protagonista di ben 4 processi a suo carico, è stato condannato ieri all'ergastolo, con un minimo di 30 anni da trascorrere in prigione. Benché stesse già scontando una pena a vita, con un minimo di 20 anni per una serie di stupri, per la prima volta la legge ha consentito che venisse resa pubblica la sua identità. Questo trentaseienne di origini indonesiane, con due laureee conseguite a Manchester che stava facendo un dottorato di ricerca all'ateneo di Leeds, è stato definito dalla Procura generale della Corona «lo stupratore seriale più prolifico della storia legale britannica». Accusato di 159 reati sessuali, tra cui 136 stupri, ha fatto probabilmente quasi 200 vittime, alcune delle quali hanno appreso di aver subito una violenza così atroce soltanto anni dopo, quando la polizia ha bussato alla loro porta. La maggioranza si svegliava dopo l'aggressione senza ricordare nulla di quanto era accaduto poichè si presume che l'uomo abbia usato per stordirli l'acido gamma-idrossibutirrato, noto come Ghb. Sinaga, che un adolescente caduto nella sua trappola ha definito «un mostro senza volto», ha agito indisturbato per almeno una decina d'anni, fino a che l'ultima vittima si è risvegliata prima, è riuscita a reagire e a chiamare la polizia. Le testimonianze degli uomini abusati sono state drammatiche. La loro vita è rimasta segnata per sempre ed ha avuto conseguenze devastanti sui rapporti interpersonali e sulla carriera lavorativa. Molti di loro sono diventati degli alcolizzati, altri hanno tentato il suicidio, alcuni hanno ammesso di non essere riusciti a raccontare quanto era accaduto neppure ai propri genitori. Sinaga, che i giudici nella sentenza hanno definito «un individuo pericoloso, profondamente disturbato e privo di qualsiasi senso della realtà» e che si è sempre dichiarato innocente, ha assistito alle udienze senza mostrare il minimo senso di rimorso. Al contrario: la Bbc riporta che in alcuni momenti del processo è sembrato persino divertirsi e il quotidiano The Guardian scrive che talvolta «è stato sorpreso a sbadigliare».

Come se quei terribili atti non lo riguardassero e fossero noiosi.

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