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C'era vita su Marte

Il rover Nasa Perseverance preleva rocce con molecole organiche. "Sono la possibile testimonianza di passate tracce biologiche". Ma si potranno analizzare solo nel 2033

Il Rover Perseverance (NASA/JPL-Caltech
Il Rover Perseverance (NASA/JPL-Caltech

La notizia è di quelle che fanno sognare e riaccendono quell'immaginario fantascientifico di cui siamo stati infarciti con film, fumetti e romanzi dagli anni Sessanta ad oggi. Su Marte c'è vita. A dirlo, in termini meno netti e poetici, è la Nasa. Il rover Perseverance ha trovato rocce che contengono molecole organiche e che, secondo gli esperti dell'agenzia spaziale americana, potrebbero essere «una possibile firma della vita», ossia potrebbero essere riconducibili «a una sostanza o a una struttura che potrebbe testimoniare l'esistenza di una vita passata sul pianeta rosso, ma che potrebbero anche essere state prodotte senza che ci fosse vita».

Quando i responsabili della missione su Marte lo hanno annunciato, in una conferenza stampa on line, hanno riacceso dibattiti ormai archiviati con sconsolata rassegnazione. Messi a tacere da quando William Wallace Campbell, astronomo statunitense, dopo un'analisi spettroscopica, scoprì che l'atmosfera di Marte era priva di acqua ed ossigeno .

E invece. Le molecole organiche, trovate nel cratere Jezero in cui il rover spaziale è in esplorazione da un anno, dicono che un tempo - chissà quando - qualcosa è accaduto tra quelle rocce. Quelle trovate non sono molecole biologiche, ma comprendono una varietà di composti: soprattutto carbonio, idrogeno e ossigeno, ma anche azoto, fosforo e zolfo. Si tratta perciò di possibili mattoncini di molecole biologiche, ma non necessariamente tali. Gli esperti del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, responsabili dell'attività del rover Perseverance, precisano infatti che molecole del genere possono essere prodotte da processi chimici che non implicano la presenza di vita. «Adesso sappiamo che il rover si trova nel posto giusto» ha detto l'amministratore per la Scienza della Nasa Thomas Zurbuchen. «Le rocce che contengono molecole organiche sono quattro e fanno parte delle 12 finora collezionare dal rover della Nasa nel suo primo anno di attività su Marte, nel cratere Jezero e destinate a essere portate a Terra in futuro, dalla missione Mars Sample Return (Mrs), il cui lancio è previsto nel 2027» ha detto Lori Glaze, direttore della divisione di Scienze planetarie della Nasa.

Non si tratta comunque delle prime molecole organiche scoperte sul pianeta rosso: già nel 2013 e poi nel 2018 un altro rover della Nasa, Curiosity, aveva scoperto sul suolo marziano molecole che contenevano elementi «comunemente associati alla vita», «ma che possono essere associate anche a processi non biologici», come dissero allora i responsabili della missione.

L'ipotesi della vita su Marte ha radici lontane: nel 1854 William Whewell teorizzò che il pianeta rosso possedesse mari, terre e che potesse ospitare la vita; e, durante la grande opposizione di Marte del 1877, l'astronomo Giovanni Schiaparelli osservò sul pianeta formazioni scure, rettilinee che furono chiamate canali. L'osservazione diede adito ad ipotesi, racconti e speculazioni sulla presenza di vita sul pianeta: si pensava infatti che delle forme di vita intelligenti incanalassero la poca acqua rimasta per la ridistribuzione planetaria . I canali però erano solamente frutto di illusione ottica e rimasero solo elementi delle storie di fantascienza. Quasi sicuramente la risposta sulla natura di queste molecole si potrà avere solo quando le rocce arriveranno sulla Terra grazie alla staffetta di missioni Msr, che potrebbe partire fra il 2027 e il 2028, mentre i primi campioni potrebbero arrivare nel 2033.

Nel frattempo, ha detto Glaze, bisognerà trovare un sito sicuro in cui far atterrare i veicoli del programma Msr.

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