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Champs-Élysée in fiamme e fischi contro Macron: a Parigi una nuova Bastiglia

Violenti scontri alla parata: gilet gialli in piazza, 175 arresti. La polizia spara lacrimogeni, strade evacuate

Champs-Élysée in fiamme e fischi contro Macron: a Parigi una nuova Bastiglia

Emmanuel Macron non si nasconde e tenta l'exploit. Si presenta a bordo di una «command car», il mezzo militare 4x4 davanti a 237 cavalli di razza purissima. Una parata sotto il segno della cooperazione militare europea e dei simboli, con la Patrouille de France che interagisce con un aereo tedesco da trasporto A400M e un C130 spagnolo. È la Grandeur contrapposta al furor di popolo: in cielo e sugli Champs sfilano le eccellenze tecnologiche e militari Made in France (per stupire gli invitati europei, più che i propri concittadini). Si temevano droni o aeromobili pirata. Invece riecco i gilet gialli, a piedi, armati di palloncini. Fischi e «buuuu» al passaggio del presidente. Macron imperturbabile di fronte ai gonfiabili gialli sganciati in cielo dagli Champs-Elysées. Opera dei gilets, che gli hanno ricordato anche visivamente: «Siamo ancora qua». Una quarantina di dimostranti gridano «dimissioni», cercano di forzare un blocco di CRS sul viale più famoso di Francia, prima d'essere circondati dalla polizia. Tensioni che alla fine contano 175 arresti; dati alle fiamme anche cassonetti della spazzatura.

Ma gli occhi (e le telecamere) sono tutti per Macron e il «suo» arsenale: 197 veicoli, 69 aerei, 39 elicotteri e una speciale dimostrazione futuristica di «Flyboard Air». Il campione francese di jet-ski Franky Zapata volteggia con un fucile tra le mani. È l'avveniristica piattaforma volante a cinque motori che la Francia intende usare come mezzo d'intelligence «logistico o d'assalto». Sfilano anche gli emblemi dei dieci paesi partecipanti all'Iniziativa d'intervento europea (IEI) nata un anno fa sotto la guida di Macron: Francia, Belgio, Regno Unito, Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Estonia, Spagna, Portogallo e Finlandia. Tra gli elicotteri di Parigi anche due Chinook britannici e diversi robot (uno frutto di un progetto franco-tedesco). Ma le tensioni aumentano. La polizia blocca i gilets e li segnala per reati legati «organizzazione di manifestazioni non dichiarate», «atti di violenza contro personale di ordine pubblico» e «danni a proprietà pubblica», ma anche «porto d'armi vietate», fa sapere la questura di Parigi. «Coloro che volevano impedire questa parata dovrebbero vergognarsi», ha detto il ministro dell'Interno Christophe Castaner: «È un giorno in cui la nazione si unisce». Un video pubblicato da un reporter dell'Huffington Post mostra uno dei leader dei gilet gialli, Eric Drouet, col tricolore in mano, circondato ed «esfiltrato» dalla polizia che fa ricorso a numerosi lanci di lacrimogeni, ammettendo: «Area evacuata con la forza». Fermati e rilasciati poche ore dopo anche Maxime Nicolle e Jérôme Rodrigues, con 135 euro di multa, entrambi leader in giallo pronti a denunciare per «violazione delle libertà individuali e discriminazione per appartenenza politica». Ben protetto, anche il lussuoso ristorante Fouquet's, che ieri ha riaperto dopo le devastazioni di marzo.

Alcune dozzine di manifestanti avevano fatto sentire la loro voce davanti all'Hôtel de Brienne già sabato sera, dove Macron pronunciava un discorso dedicato al caso del ministro dell'Ecologia François de Rugy: il titolare del dicastero è protagonista di un processo mediatico che rischia di deflagrare. Il magazine Mediapart gli attribuisce, con tanto di foto, cene sontuose a carico dei contribuenti quand'era presidente dell'Assemblea nazionale. Lui insiste: «Sono una vittima». Ma ogni giorno emergono altri episodi di malcostume. Macron, per ora, non lo ha scaricato. Ieri De Rugy era accanto alle maggiori autorità invitate alla parata, Angela Merkel in primis (in piedi per la Marsigliese, non ha manifestato tremore dopo i recenti casi) e la première dame Brigitte.

Per questa edizione della festa nazionale che ricorda la presa della Bastiglia, la terza per Macron, il presidente ha invitato una dozzina partner nella sua idea di esercito europeo. «Priorità del mio mandato», ha detto sabato. Oltre alla cancelliera, il presidente uscente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Per tutti loro, un pranzo all'Eliseo.

Per i gilets jaunes, ancora manette e multe.

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