Rosso Malpelo

Chi si ricorda ancora il gusto della democrazia?

Gli italiani non avendo leader si comportano politicamente come naufraghi

Chi si ricorda ancora il gusto della democrazia?

Gli italiani non avendo leader si comportano politicamente come naufraghi. Disabituati pretendere il rispetto delle regole della democrazia che diano dei primi ministri eletti e non nominati da chi li ha nominati, regrediscono verso uno stato pre-democratico preoccupante e caotico che corrisponde anche a una tendenza diffusa nel mondo occidentale. Sui giornali inglesi e americani si torna a citare Socrate (ma era Platone che scriveva per lui) che detestava la democrazia e che, non avendo fatto la resistenza contro i Trenta Tiranni, fu prontamente messo a morte dal governo democratico che era seguito alla dittatura. Si ricorda che Winston Churchill diceva spesso che «la democrazia è un sistema politico pessimo, peccato non se ne sia trovato uno migliore». Insomma, la disaffezione ha buoni motivi per diffondersi perché nel nostro Paese l'ultimo primo ministro eletto dal popolo è stato Silvio Berlusconi costretto a dimettersi in circostanze torbide. Dopodiché si è persa la memoria e anche il gusto della democrazia. Renzi aveva conquistato una rampante leadership, ma se l'è giocata al casinò in una sola notte, sicché assistiamo al fenomeno dei renziani che scendono alla spicciolata dal carro su cui erano saltati per difendere il vincitore. Renzi ha incarnato quello che gli inglesi chiamano il benevolent dictator, l'equivalente del boy scout prepotente che come buona azione quotidiana costringe la vecchietta ad attraversare suo malgrado la strada.

La democrazia è altro e vorremmo sentirne di nuovo il gusto.

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