Mondo

Cile, le scuse del Papa per i preti pedofili: "Dolore e vergogna"

Ma al suo fianco ha il vescovo accusato di aver coperto gli abusi. Oggi mezzo milione di fedeli

Cile, le scuse del Papa per i preti pedofili: "Dolore e vergogna"

San Paolo - Continuano ad ardere le chiese in Cile, il Paese che meno ama Papa Francesco nell'intera America latina. Almeno stando all'ultimo sondaggio del prestigioso Latinobarómetro, che sottolinea come oggi appena il 45% dei cileni si autodefiniscano fedeli di Santa Romana Chiesa, un terzo in meno rispetto al 1995 quando erano invece il 74%. Chi sia a incenerire cappelle e a insozzare le chiese di Santiago e dintorni con scritte offensive rimane un mistero. Di sicuro c'è che mentre ieri il Santo Padre incontrava al Palazzo della Moneda la presidente uscente Michele Bachelet, erano già saliti a 8 i luoghi di culto dati alle fiamme. Dopo i 6 santuari capitolini, ieri è stata infatti la volta di altre due chiese nei pressi di Cunco, a pochi chilometri da Temuco, la città del sud cileno dove oggi Francesco inizierà la giornata pastorale, alle 10.30 locali, celebrando una messa in cui sono attesi mezzo milioni di fedeli.

Erano 31 anni che un Papa non visitava il Cile. L'ultima volta, nel 1987, era stato Wojtyla, acclamato senza se e senza ma anche perché, all'epoca, a guidare il Paese andino era il dittatore Augusto Pinochet e, dunque, qualsiasi atto vandalico o di protesta sarebbe stato pagato a caro prezzo. Oggi in Cile la democrazia è invece consolidata, come dimostra l'alternarsi di centro-destra e centro-sinistra nelle ultime 4 presidenziali, mentre Bergoglio, pur essendo carismatico come Wojtyla, è sicuramente più vicino del Papa polacco a quella dottrina sociale della Chiesa che lo porta, sovente, ad aggirare ogni misura di sicurezza pur di abbracciare il popolo in strada. Lo ha fatto anche a Santiago, facendo ammattire i Carabineros.

Certo è che quando fu nominato al soglio di Pietro, questo Papa ai cileni piaceva di più, mentre oggi appena il 31% giudica «buono» il suo pontificato e il 37% «normale». A far nascere questo «disamore» che fa del Cile il Paese meno papista dell'America latina per Latinobarómetro ha contribuito il discorso fatto durante il suo viaggio pastorale del 2015 in Bolivia quando - dopo avere ricevuto dal presidente Morales un crocefisso a forma di falce e martello - Francesco invitò al «dialogo indispensabile» su quello sbocco al mare chiesto negli ultimi anni con sempre più decisione da La Paz e su cui, invece, Santiago non ha intenzione di cedere. Una vexata quaestio su cui deciderà il tribunale dell'Aia tra pochi mesi.

«Oltre a figura religiosa, ogni Papa è anche un capo di Stato, non so se Francesco è un grande politico spiega l'analista José Rodríguez Elizondo ma di certo c'è che io, in quanto cileno, non mi sento di puntare molto su di lui che, senza dubbio, ci ha dato una bella sberla mettendosi in quel frangente dalla parte delle rivendicazioni marittime boliviane». A differenza dei suoi connazionali, però, Elizondo non pensa che Francesco sia «un cattivo Pontefice per immischiarsi in questioni che non lo riguardano» ma da buon analista geopolitico - attribuisce ogni merito alla «diplomazia boliviana che ha saputo influire di più della cilena su Francesco».

Ma polemica c'è stata anche dopo il perdono chiesto dal Santo Padre alle vittime di abusi sessuali per mano di esponenti del clero cileno «provo dolore e vergogna per i danni irreparabili a bambini fatti da parte ministri della Chiesa» ha detto Francesco nel suo discorso alla Moneda. Peccato solo che, poco dopo, durante la gran messa celebrata ieri al Parco O'Higgins di Santiago, ci fosse al suo fianco il vescovo Juan Barros, accusato da molte vittime di abusi di avere coperto per anni le violenze sessuali di padre Fernando Karadima, sospeso a vita dalla Santa Sede nel 2011. Lapidario il tweet della moglie dell'ex presidente cileno Frei (1994-2000), Marta Larraechea: «Non gli credo per niente: dice una cosa e ne fa un'altra».

Da domani e sino a domenica Papa Francesco sarà in Perù, una visita sicuramente più facile della cilena.

Commenti