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Consiglio Ue, piccoli segnali di ottimismo. Ma l'accordo rischia di essere al ribasso

La proposta franco-tedesca sul budget comune per l'eurozona non figura nella bozza preparatoria del summit: indice della necessità di negoziare

Consiglio Ue, piccoli segnali di ottimismo. Ma l'accordo rischia di essere al ribasso

Domani e venerdì a Bruxelles si tiene il Consiglio Europeo e mai come questa volta il vertice dei leader politici dei 28 Paesi membri dell'Ue metterà a nudo le divisioni tra partner che rimangono portatori di interessi nazionali. Il tema più scottante sul tavolo sarà quello della crisi migratoria, con l'Italia che dovrà guardarsi dal «trappolone» che il fronte franco-tedesco-spagnolo si prepara a tenderle soprattutto sul tema dei centri di identificazione e smistamento dei migranti.

Al centro della discussione, come hanno promesso Macron, Sanchez e altri, ci sarà la proposta italiana che prevede una accresciuta sorveglianza delle frontiere esterne dell'Ue, l'apertura dei centri in Nord Africa e il concetto che chi sbarca in Italia o in un qualsiasi Paese Ue sbarca in Europa con tutto quel che ne consegue dal punto di vista della gestione comune del problema: la Francia però ha di sicuro tutt'altre intenzioni.

Ma i leader discuteranno anche di altri temi importanti come difesa comune, sicurezza, gestione della Brexit e bilancio dell'eurozona. Macron e la Merkel tengono in modo particolare alla loro proposta di un budget comune europeo e un'unione monetaria più forte, che dichiarano «non negoziabile» anche se esiste un fronte contrario, guidato dall'Olanda, che raccoglie una dozzina di Paesi minori. Ma è interessante notare che nella bozza di conclusioni del summit di venerdì dedicato all'eurozona la proposta franco-tedesca non figura: e questo può essere interpretato come una presa d'atto, per quanto obtorto collo, della necessità di tener conto delle resistenze degli oppositori.

A dimostrazione di quanto sia sentita l'importanza di questa vigilia, ieri a Berlino Angela Merkel ha ricevuto il premier spagnolo Sanchez, mentre a Roma, dove si era recato per una visita ufficiale in Vaticano, il presidente francese Macron ha avuto un lungo incontro informale con il premier italiano Giuseppe Conte, con il quale ha parlato non solo della nave Lifeline, ma anche più in generale di migranti (Macron insiste che sia solo una crisi politica) e di eurozona. E ieri anche il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani è tornato sulla riforma del diritto d'asilo europeo, sottolineando l'urgenza di trovare una soluzione per aggiornare il «sistema di Dublino» di comune accordo, perché «ogni ritardo è pernicioso: gli Stati membri sbagliano a perdere tempo, sbagliano a dar vita a battibecchi l'uno contro l'altro, perché la soluzione o è europea o non è».

Un messaggio diretto alla Merkel e a Macron, che ripetono invece che bisogna puntare su accordi bi o trilaterali. In particolare, ieri la Cancelliera tedesca ha suggerito a Sanchez che ognuno dei Paesi Ue «che vogliono lavorare insieme» potrebbe gestire «a nome di tutti gli altri» i rapporti «con uno o due Paesi africani d'origine dei migranti»: una sorta di «distribuzione della responsabilità» che non andrebbe però confusa, nella proposta della Merkel, con una «azione individuale».

Ed ecco allora che in qualche modo la sua visione e quella di Tajani si avvicinano.

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