Elezioni politiche 2022

Conte e i 15 fedelissimi: il listino calato dall'alto non piace ai 5 Stelle

Dagli attivisti via libera ai nomi ma la base brucia: "Perché facciamo le parlamentarie?"

Conte e i 15 fedelissimi: il listino calato dall'alto non piace ai 5 Stelle

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Conte e i 15 fedelissimi: il listino calato dall'alto non piace ai 5 Stelle

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Giuseppe Conte festeggia per l'alta partecipazione alle parlamentarie: a votare sono state poco più di 50mila persone (è il dato più alto di sempre), e l'86% ha dato via libera al listino bloccato voluto dall'ex premier. Allo stesso tempo deve fare i conti con un clima interno che è ritornato incandescente. Siamo alle solite, con le chat che ribollono e i parlamentari che vanno all'attacco del leader. L'oggetto del contendere, stavolta, è il listino di 15 persone che l'avvocato ha scelto di far approvare in blocco agli attivisti. Prendere o lasciare. E dentro ci sono i nomi di una serie di fedelissimi. A partire dai quattro vicepresidenti che non sono stati stoppati dalla regola del doppio mandato, ovvero Riccardo Ricciardi, Alessandra Todde, Michele Gubitosa, Mario Turco.

Nell'elenco di quelli che vengono già definiti come «i privilegiati di Conte» trovano posto anche l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino, il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, la sottosegretaria all'Istruzione Barbara Floridia, i capigruppo di Camera e Senato Francesco Silvestri e Mariolina Castellone, l'ex capogruppo a Palazzo Madama Ettore Licheri, amico di Paola Taverna. E poi la cosiddetta società civile.

Che per quanto riguarda i grillini consiste sostanzialmente in due magistrati. Si tratta dell'ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e di Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo. I due ex magistrati saranno candidati, rispettivamente, in Campania e in Sicilia, regioni dove il Movimento punta ancora a ottenere un risultato ben al di sopra della media nazionale.

Nel listino blindato dei candidati da far eleggere con priorità anche il professore Livio De Santoli, esperto di transizione ecologica e il notaio Alfonso Colucci. Soprattutto quest' ultimo nome sta facendo polemizzare i parlamentari uscenti e gli esponenti del territorio che temono di non riuscire a superare lo scoglio delle parlamentarie. Colucci, infatti, è amico personale di Conte ed è il notaio del M5s, colui che ha certificato tutte le ultime votazioni online, comprese quelle che hanno incoronato l'ex premier a capo dei Cinque Stelle. Blindato anche l'ex ministro dell'Ambiente Sergio Costa, altra punta di diamante in Campania.

Per Conte i quindici nomi «in ragione dell'esperienza maturata e dei ruoli che hanno ricoperto o ricoprono, assicureranno quella continuità di azione e di esperienza necessaria per affrontare la nuova legislatura».

Non la pensano così i tanti altri parlamentari, consiglieri comunali e regionali, sindaci che rischiano di vedere sfumare il sogno di una poltrona in Parlamento. «Così che le facciamo a fare le parlamentarie? Mi chiedo cosa ne pensi Beppe (Grillo ndr.)», sbuffa un deputato, che grida all'ingiustizia. Dai territori fino al Parlamento cresce il malcontento per la gestione «personalistica» delle candidature da parte di Conte. L'avvocato, intervistato dal direttore de La Stampa Massimo Giannini, si giustifica: «Ho proposto una piccola squadra di quindici persone, ma non è questione di fedelissimi: sono persone che possono contribuire a realizzare le nostre battaglie». Conte parla dei fedelissimi blindati come di un «nucleo essenziale per una continuità d'azione».

La vittoria di Conte sulla composizione delle liste ha però due facce. Con la cenere che cova sotto il tappeto, se il M5s scendesse sotto il 10% il leader verrebbe messo subito in discussione, a partire da Grillo.

Lui fa spallucce: «I risultati saranno buoni».

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