Politica estera

Corsica, anima ribelle e indipendentista. Giovani in lotta contro le ville straniere

Nel paradiso del turismo, che porta il 40% del Pil di tutta l'isola. Ma la disoccupazione giovanile è al 15% e uno su 4 è povero

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Una tempesta di vento infuria su Île Rousse, Alta Corsica. Qui è normale anche d'estate. I cavalloni in mare sembrano spruzzare acqua fin sulla collina di macchia mediterranea. Di fronte l'Isola Rossa, che deve il suo nome al colore del granito, sommersa dalle onde.

Coco, la mia bracca francese dei Pirenei, si lascia portare dal vento seguendo l'effluvio potente delle pernici rosse. Passiamo in mezzo alla macchia e ne usciamo odorosi di salvia, rosmarino, ginepro. Il lentischio, arbusto dominante, in Francia si chiama lentisque, in siciliano listincu, in corso u stincu Anche queste cose affratellano.

Abbandonata la collina, si trova una caletta tranquilla per un bagno ristoratore, mentre attorno infuria la tempesta La Corsica è bellezza e tempesta. Natura indomita e spiriti ribelli. Piacere immenso, potersi direttamente arrampicare dalla spiaggia sulle colline quasi vergini, dove l'edilizia non ha ancora compiuto troppi scempi! Lo han capito tanto tempo fa personaggi come Elton John, Jean Paul Gaultier, Jean Paul Belmondo, che sulle colline si sono costruiti magnifiche, appartate residenze estive. Eppure, l'Alta Corsica soffre per mancanza di risorse. Dice Romain Lions - figlio di Paul, storico sindaco di Corbara, nonché funzionario responsabile dei lavori stradali di tutto il dipartimento che il turismo rappresenta il 40% del Pil regionale, ma la stagione è troppo corta, concentrata in estate. La Corsica non possiede industrie e l'agricoltura è limitata. Aggiunge di non pensare che sia l'Europa a imporre una certa visione; piuttosto è lo Stato che ha difficoltà a riconoscere le specificità del territorio. L'Europa sostiene la Corsica e cerca di tenere a bada le sue spinte autonomiste, riempendola di contributi. La Corsica è più Italia che Francia, sebbene gli italiani che vivono qui siano 3mila su 300mila abitanti. Pervasa da forti correnti indipendentiste, che non prevalgono solo per un'intrinseca, rissosa diversificazione, la quale rimanda ai clan originari, ancora legata da un rapporto di odi et amo alla patria italiana. Da legami di parentele e di sangue, come si desume dai cognomi, dall'elenco dei caduti nelle guerre, dalla lingua, più simile al siciliano e al sardo che al francese. Per tre secoli occupata dalla Repubblica di Genova, indipendente per un periodo, poi francese perché la Francia «espropria» i diritti di sovranità.

Per la posizione geografica sarebbe già autonoma. I movimenti autonomisti e indipendentisti, nati negli anni Settanta, alle ultime regionali 2021, sommando i consensi, hanno toccato il 48%. Un corso su due ha votato per gli autonomisti di Femu a Corsica di Gilles Simeoni o per gli indipendentisti di Corsica Libera di Jean-Guy Talamoni. Eppure, stando a un sondaggio, a volere veramente l'indipendenza è una minoranza del 20%, mentre una larga maggioranza di francesi sarebbe disposta a concedere maggiore autonomia alla Regione.

Romain fa spiritosamente il verso al fumetto Asterix e i Corsi e ricorda come la mentalità sia ancora quella del clan. Il rischio sarebbe che una politica del turismo favorisse le «invasioni», indigeribili per l'orgoglio corso. Non a caso giovani manifestanti hanno preso di mira proprio le case dei turisti. Insomma, va bene potenziare il turismo, ma sempre scongiurando il proliferare di ville «straniere» nella natura. Specie mentre anche qui i giovani hanno difficoltà a metter su famiglia, visto che il costo di un terreno è di 200 euro al mq e quello per la costruzione di una casa di 3mila euro. La crisi economica ha colpito in particolare i giovani, con uno su quattro sotto la soglia di povertà e una disoccupazione giovanile al 15%. Purtroppo nulla di nuovo per noi..

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