Attacco al bus a Milano

A Crema tra i genitori delle medie. "In palestra col bus non lo mando più"

Pochi gli alunni di seconda. E tra gli altri prevale lo sconcerto

A Crema tra i genitori delle medie. "In palestra col bus non lo mando più"

nostro inviato a Crema

Poter tornare indietro, prima di mercoledì. Cancellare quel che è stato per ricominciare dalla mai così agognata, noiosissima e ripetitiva normalità di provincia: a Crema lo vorrebbero tutti. La mattina di ieri davanti alla scuola media Giacomo Vailati dell'istituto onnicomprensivo Crema Uno, nel plesso di piazza Aldo Moro - quello frequentato dai 51 ragazzi delle classi seconde A e B coinvolti nel sequestro a bordo del pullman che avrebbe dovuto invece riaccompagnarli in classe dopo la lezione di ginnastica nella palestra comunale Serio - solo in apparenza si apre come tante altre.

Alle 7.30 i carabinieri in divisa sono già davanti all'ingresso dell'istituto, padri e madri ostentano una normalità che non trapela affatto dai loro gesti troppo apprensivi, l'eccessiva sollecitudine delle bidelle che si avvicinano alle auto per prendere in custodia gli studenti e li chiamano ad alta voce per assicurarsi che entrino subito in classe sono fatti che si sommano alla cancellazione improvvisa dell'evento studentesco qui più atteso dai ragazzi delle scuole dell'obbligo, la ventesima edizione della Festa dell'Albero in piazza Duomo che doveva cominciare proprio ieri, primo giorno di primavera. La prima ora, in classe si è parlato dei fatti eccezionali del giorno prima e ciascuno è stato invitato a esternare quel che pensava, a «buttare fuori» insomma. Con quattro degli studenti coinvolti nel sequestro giunti a scuola per loro volontà, desiderosi di mostrare che va tutto bene, anche dopo che l'istituto, che ieri ha annullato le lezioni di ginnastica, aveva «sconsigliato» di tornare subito tra i banchi. Tutti segnali inequivocabili che la paura da queste parti ha fatto breccia e si è aperta un ampio varco.

«A Crema no, non doveva succedere. Qui ci conosciamo tutti e non ci sono situazioni fuori controllo». Valentina, 41 anni, si occupa di mutui e accompagna la figlia Camilla che frequenta la prima media. «Con quell'uomo al volante sul bus i nostri bambini ci sono saliti tutti prima o poi. Adesso quando ci chiederanno perché proprio il loro autista, ha sequestrato i compagni cosa risponderemo? Già ieri, con le a ambulanze, i carabinieri e le telecamere, hanno dovuto affrontare una giornata tosta. I ragazzini sul bus sono stati molto maturi, dobbiamo esserne orgogliosi».

«Io mio figlio a ginnastica non ce lo mando più - dichiara Carmelo, meccanico e padre di Simon, prima media - Ci devono essere più controlli. I proprietari della linea di bus si devono considerare molto fortunati se non ci saranno azioni legali di qualche genitore nei loro confronti».

Aurora e Fatima, 13 anni, frequentano la seconda C e conoscono tutti i ragazzini coinvolti nel sequestro. «Alle 11.30 mercoledì le bidelle sono piombate in classe imponendoci di non uscire, di chiudere porte e finestre e di non andare nemmeno in bagno - raccontano - Qualcuno parlava di disinfestazione, ma poi abbiamo notato che c'era personale della scuola in lacrime. Solo la nostra classe ha saputo quel che stava accadendo sull'autobus dalla prof di matematica che, vedendoci agitatissimi, ha preferito spiegarci tutto nei dettagli. Gli altri allievi sono stati informati solo a casa.

Stanotte l'abbiamo passata guardando i notiziari: il giorno prima, martedì, su quel bus e con quell'autista c'eravamo noi».

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