Guerra in Ucraina

Il Cremlino in difficoltà: offerta-truffa da rifiutare

Arriva all'improvviso l'annuncio del leader russo di una tregua unilaterale con l'Ucraina per il Natale Ortodosso.

Il Cremlino in difficoltà: offerta-truffa da rifiutare

Arriva all'improvviso, pochi giorni dopo il rifiuto categorico di Vladimir Putin di osservare una tregua per il Natale internazionalmente riconosciuto (25 dicembre) e il Capodanno, l'annuncio del leader russo di una tregua unilaterale con l'Ucraina per il Natale Ortodosso. Putin pretende così di dar seguito a una richiesta della massima autorità ortodossa russa, il patriarca moscovita Kirill. E soprattutto, chiede agli ucraini di fare lo stesso «per consentire ai numerosi cittadini ortodossi che vivono nella zona delle ostilità di partecipare alle funzioni natalizie». Quasi commovente, se non venisse da due macellai che hanno già sulla coscienza almeno 200mila morti.

A Kiev non hanno reagito bene. Mikhail Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, parla di «cinica trappola propagandistica», annunciando un rifiuto che, se considerato senza riflettervi, può sembrare un errore e a sua volta un elemento di propaganda. Attenzione però: qui non siamo di fronte né a un conflitto «normale» né a un'autorità religiosa sopra le parti. Al contrario: in Ucraina c'è un'aggressione unilaterale russa basata su motivazioni deliranti (la pretesa «denazificazione» di uno Stato sovrano che non ha nulla di nazista e la volontà questa sì d'impronta nazistoide di negare con la violenza il diritto stesso del popolo ucraino a esistere in quanto tale), e farsi imporre una tregua da un aggressore in evidente difficoltà militare ma che non rinuncia a quotidiani crimini di guerra è un controsenso.

È evidente che Putin intende giocare sulla volontà ucraina di continuare a combattere per poter poi accusare di «non volere la pace»: ma è la stessa persona che ha appena ribadito che per lui parlare di pace significa imporre preventivamente agli ucraini di accettare la perdita dei territori annessi illegalmente alla Russia: ovviamente inaccettabile, e quindi si tratta solo di un'ipocrita operazione di propaganda. Che è diretta anche al resto del mondo, desideroso di vedere la pace in Ucraina. Ma sbaglierebbe chi pensasse che qualsiasi offerta di tregua in questo momento sia una cosa buona. La Russia non vuole affatto la pace: vuole mangiarsi l'Ucraina, e per riuscirci ha bisogno di una tregua (lunga, questo è solo un ballon d'essai) per recuperare forze di cui ora difetta.

Il gioco è anche in un contrasto tra due Chiese ortodosse che è tutto politico - quello di contrapporre agli occhi dei fedeli ucraini un patriarca russo «buono» a uno ucraino «guerrafondaio»: ma a Kiev, dove ogni giorno cadono le bombe russe, questi trucchi non funzionano più. Kirill è una figura corrottissima che ha schierato la chiesa ortodossa russa al fianco di una guerra disumana. Ha stretto da anni con Putin un diabolico patto di potere basato sul sostegno reciproco ed è il primo complice della repressione politica all'interno della Russia e dell'aggressione criminale al popolo e allo Stato ucraino all'esterno.

È molto più cristiano chi difende il suo Paese armi in pugno di questa coppia di cinici imbroglioni con le mani sporche di sangue.

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