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La dichiarazione di Indipendenza è "razzista": Facebook oscura

Era già accaduto un anno fa. Ma ora Facebook ci è ricascato

La dichiarazione di Indipendenza è "razzista": Facebook oscura

Era già accaduto un anno fa. Ma ora Facebook ci è ricascato. Gli algoritmi del più grande social network mondiale hanno infatti censurato la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, individuandola come «hate speech», quasi fosse stata scritta da uno dei troll odiatori che infestano il web, e quindi rimuovendola dalla piattaforma. Il motivo? «Razzismo».

Il documento scritto da Thomas Jefferson era stato postato a ridosso della festa americana dell'Independece Day il 4 luglio, sul profilo di un piccolo giornale locale del Texas, il Liberty County Vindicator. Agli occhi elettronici di Facebook non è piaciuto il riferimento agli «spietati selvaggi indiani», contenuto nello storico documento fondativo degli Stati Uniti, e quella parte è stata censurata.

In seguito, il social network si è reso conto dell'incongruenza e ha reintegrato il post rimosso. Accadrà anche questa volta? «Sembra che abbiamo fatto un errore e abbiamo rimosso qualcosa da voi postato su Facebook che non era contrario agli standard della nostra comunità. Ce ne scusiamo e vi informiamo che abbiamo ripristinato il vostro contenuto e rimosso ogni limitazione del vostro account legata a quell'intervento non corretto», ha scritto Facebook al giornale americano.

Il direttore del Vindicator, Casey Stinnett, l'anno scorso commentò con ironia: «Forse se Thomas Jefferson avesse scritto i nativi americani sono in una fase difficile di sviluppo culturale sarebbe stato meglio. Purtroppo Jefferson, come molti coloni britannici suoi contemporanei, non aveva una visione propriamente amichevole dei nativi americani».

Un'ironia attuale più che mai.

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