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Donne, laureati e anziani: l'identikit dei francesi che hanno scelto Macron

L'istruzione è la principale discriminante: Le Pen in vantaggio tra i meno scolarizzati

Donne, laureati e anziani: l'identikit dei francesi che hanno scelto Macron

Un'elezione da record, in molti sensi. E non solo perché con i suoi 39 anni e cinque mesi Emmanuel Macron è di gran lunga il più giovane presidente della storia francese, eguagliato nel remoto 1848 (ma era davvero un altro mondo) da Luigi Napoleone Bonaparte che ne aveva 40. E neanche perché è in qualche modo tra i più giovani nonni di Francia, visto che sua moglie Brigitte ha già due nipotine dalle figlie nate dal suo primo matrimonio.

È stato da record il numero delle astensioni (poco meno di un quarto degli aventi diritto, solo nel 1969 andò peggio con il 31% di elettori che scelsero di non scegliere tra Georges Pompidou e Alain Poher), per non parlare dell'esplosione delle schede bianche o nulle, che hanno superato i 4 milioni: un altro modo di non scegliere, di fatto, manifestato dagli elettori meno convinti.

Ha rappresentato un record anche il numero di voti incassati da Marine Le Pen con il suo partito di estrema destra: 10,6 milioni (quasi 3 milioni in più rispetto ai 7,7 milioni del primo turno e ai 4,6 ottenuti alle presidenziali del 2012). Da notare che con questi dati, comunque lusinghieri nonostante la netta sconfitta finale, «BleuMarine» ha letteralmente doppiato il risultato ottenuto dal padre Jean-Marie nel 2002, quando l'allora leader del Front National fu umiliato al secondo turno da Jacques Chirac.

Tutto ciò premesso, è interessante l'analisi dell'elettorato di Macron. Il dato più evidente è la spaccatura sociale: i francesi che hanno portato all'Eliseo l'ex ministro dell'Economia di Hollande sono infatti mediamente espressione delle classi più elevate della società. Abitano soprattutto nelle grandi città, hanno una laurea e occupano posizioni lavorative di livello alto o medio-alto. Tra loro prevalgono le donne e gli anziani, ma questi sembrano provenire in buona parte dall'elettorato del gollista Fillon, bocciato al primo turno: in realtà, tra i sostenitori di Macron i giovani sono molto numerosi e sono gli esponenti della generazione più aperta verso gli ideali europei.

Qualche semplice dato è utile per sottolineare la discriminante rappresentata dai livelli d'istruzione: chi dispone almeno di una laurea triennale ha votato per Macron addirittura all'81 per cento, mentre la Le Pen ha raccolto i suoi migliori risultati (il 45%) tra chi non ha nemmeno un diploma di scuola superiore.

Conferme a questo assunto arrivano anche dall'analisi delle professioni esercitate dagli elettori dei due campi. Con Macron si sono schierati la larghissima maggioranza dei quadri (82%) e dei professionisti di medio livello (67%), ma anche i tre quarti dei pensionati e il 54% degli impiegati; hanno invece preferito la Le Pen il 56% degli operai, che hanno ormai abbandonato in massa una sinistra che pare più interessata alla difesa delle più svariate minoranze che a quella degli interessi delle classi sociali più deboli.

Per quanto riguarda la ripartizione del voto tra i sessi, entrambi hanno complessivamente preferito Macron, ma più le donne (al 68%) degli uomini (al 62%).

Dal punto di vista anagrafico, Marine Le Pen ha ottenuto i risultati migliori (il 43%) nella fascia di elettori compresa tra i 35 e i 49 anni. Altrove, dilaga Macron: in particolare ottenendo il 66% tra i giovani 18-24enni, il 70% tra gli anziani 60-69enni e addirittura il 78% degli ultrasettantenni.

Infine, qualche dato geografico. Viene confermata la netta prevalenza di Macron nelle città, specialmente le più grandi (72% dei voti in quelle sopra i 100mila abitanti): a Parigi in particolare per Le Pen è stata una disfatta. Nelle campagne, invece, la candidata del Front National ha avuto i risultati migliori, raggiungendo in media un solido 43%. Ma sulla carta amministrativa della Francia metropolitana emerge anche visivamente il trionfo di Macron: su 96 dipartimenti il nuovo presidente è arrivato in testa in ben 94, lasciando alla sua avversaria solo i suoi feudi settentrionali del Pas-de-Calais e dell'Aisne.

Un vero sfacelo per Marine, che al primo turno era arrivata in testa in ben 49 province.

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