Elezioni Politiche 2018

E gli altri programmi sono davvero "stupefacenti"

Dai bonus «urbi et orbi» di Renzi all'oppio di Grasso. E Di Maio predica il «Pil della felicità»

E gli altri programmi sono davvero "stupefacenti"

Roma Come nella saga di Smetto quando voglio, non è stata ancora dichiarata la nocività di certe pastigliette spacciate durante il periodo che gli storici definiscono «campagna elettorale». La diffusione è ampia per la facilità con la quale ti portano in un mondo di sogni a occhi aperti, e l'apparente gratuità. Lo spaccio della sostanza stupefacente, denominata «programma elettorale» avviene in pubblico, condotto da pusher senza scrupoli.

IL «NAZARENO». Uno dei cartelli più temuti: negli ultimi anni, una vera piaga capeggiata da un fiorentino. Al secolo, Matteo Renzi. Pur se smascherato, le sue pastigliette continuano a venir diffuse impunemente, in specie dal centro di Saxa Rubra, una San Patrignano alla rovescia. «Gli altri fuggono dalla realtà, noi no», dice il boss presentando la versione sintetica (100 punti). Grande la «concretezza» della droga programmatica: il bonus da 80 euro «andrà esteso anche alle partite Iva e agli autonomi fino ai 26mila euro lordi»; 80 euro in più al mese verranno dati per «ogni figlio, fino al compimento dei 18 anni»; alle famiglie che fanno sempre più figli, inoltre, verrà assegnato un «assegno di 400 euro al mese per i primi tre anni, in modo da pagare asilo, cure e baby sitter». Puniti i vecchi pensionati, a quelli futuri sarà offerta la «pensione di garanzia»: una minima da 750 euro al mese per tutti coloro che «al compimento dell'età per ottenere la pensione di anzianità avranno maturato almeno 20 anni di contributi». Il cartello propone anche di raddoppiare la dotazione di fondi del REI, reddito d'inclusione, nonché di copiare il RBE spagnolo, reddito base d'emancipazione, con detrazione di 150 euro mensili fino a 30mila euro di reddito per agevolare chi esce di casa prima dei trent'anni (la cosiddetta «droga del bamboccione»). La lista di incentivi, bonus, mancette, investimenti a pioggia in ogni settore termine con l'essenziale spesa «per 50mila nuove videocamere di sorveglianza su tutto il territorio nazionale» (sic). Così ogni cittadino sarà finalmente «al sicuro».

IL «BUON LADRONE». Secondo il Vangelo apocrifo il suo vero nome sarebbe Dismas, secondo l'accezione comune è un gruppo di sillabe a caso tra Bersani, D'Alema e Grasso. La droga spacciata da questa piccola banda di descamiciados pare rivelarsi inoffensiva, in parte perché non sono mai puntuali con la storia, in parte perché si consuma in una ventata d'oppio dei popoli, genere: «vogliamo riportare l'istruzione, il lavoro e l'ambiente al centro della nostra vita sociale; la tutela dell'ambiente deve diventare il cardine e il principio ordinatore di una nuova politica economica, industriale e dell'innovazione... pilastri sui quali si fonda la nostra casa». Sfrattati, il loro vero sogno è di tornare nel nido.

BARABBA. È la nuova droga che si sta diffondendo tra i giovani, sia per la semplicità d'uso che per il significativo gergo, che va da «vaffa» a «vaffino» e continua in tutte le declinazioni possibili. Il giovane interprete, detto Giggino 'o Barabba, risulta il primo consumatore della sua stessa droga, cosa che ne aumenta a dismisura la pericolosità. Metanfetamine del tipo: «Pil della felicità, basta tagli e austerità, vogliamo il massimo possibile, crescere, raddoppiare, triplicare, decuplicare. Vogliamo volare». La sua gang vuole reddito di cittadinanza, assunzioni nella scuola e ogni bendidio possibile (e anche impossibile). Il «no» alla Ue si è tradotto in una notte nel sostegno sperticato della Bce di Draghi. «Io, da premier, a Bruxelles ci voglio mettere le tende» va dicendo Giggino che, in uno dei suoi stati d'alterazione, s'è inventato una squadra di ministri e l'ha definita «intoccabile» (anche perché nessuno li conosce). Poi, il terzo giorno, s'è appellato ai nemici: «Senza di noi niente governo, noi diamo le carte». E s'è messo a spiegare il gioco: «Funziona così: noi facciamo un decreto di tre punti: dimezzamento dello stipendio parlamentare, abolizione dei vitalizi, taglio di 30 miliardi di sprechi. Voi firmatelo: non è un'alleanza, è un contratto. Non è un consiglio, è un ordine. A tutto il resto, pensano Casaleggio e i suoi.

I casaleggesi».

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