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E la Boldrini greca chiamò il benzinaio "servo"

Non sapeva cambiare la ruota alla presidente della Camera Konstantopolou

E la Boldrini greca chiamò il benzinaio "servo"

Piccole Boldrini crescono, ora pure fuori dai confini nazionali. Altro che popolo, falce e martello. A sinistra potere fa rima con spocchia e cachemire, anche in Grecia. È il caso della presidente della Camera Zoì Kostantopoulou, fedelissima di Tsipras, che in un momento in cui il Paese è allo stremo e con soldi in cassa solo per altri dieci giorni, ha pensato bene di imitare il marchese del Grillo. E qualche giorno fa, nella domenica di Pasqua ortodossa, sull'isola di Eubea ha insultato un benzinaio che non era in grado di cambiare la gomma della sua auto blu. Della serie lei non sa chi sono io, con la reazione popolare che non si è fatta mancare, complice l'orgoglio dei greci che quanto a dignità non hanno da imparare proprio da nessuno. «Dammi i tuoi dati, servo» gli ha intimato la Kostantopoulou, una vita politica impegnata a favore dei migranti e dei meno abbienti, ma forse troppo rapidamente abituata agli agi istituzionali di un Parlamento greco che di tagliare i costi della politica proprio non ne vuole sapere. Lo dimostra il 70% dei deputati del Syriza che non rinuncia all'auto di servizio della Camera, mentre sino a poche ore prima della chiusura delle urne erano tutti impegnati a promettere il salario minimo a 700 euro e la riassunzione delle donne delle pulizie ai ministeri, che per inciso guadagnavano 1300 euro mentre un cardiologo in ospedale ne prende 700. Misteri della terra di Onassis, dove solo qualcuno dei nuovi ministri ha scelto di non utilizzare le grosse berline di rappresentanza: l'eccentrico Varoufakis si segnala a cavallo della sua moto, l'intransigente Lafazanis, il ministro dell'energia che sta flirtando con Putin, circola con la sua utilitaria, mentre l'ex vice premier socialista Venizelos sino a pochi mesi fa usava una Bmw con blindatura antimissile da 200mila euro. Ma la pasionaria ateniese, che ha pesantemente minacciato le due donne che riprendevano la scena con il cellulare, si è sempre proclamata dalla parte degli ultimi. Anche se, ad esempio, sino ad oggi non ha detto una parola sui gruppi di anarchici che stanno rimettendo a ferro e fuoco la capitale greca, contro cui i corpi speciali dei MAT hanno l'ordine assurdo di non reagire. È come se stessero tornando i tempi del 2008, quando la protesta sociale in Grecia, spalleggiata proprio da Syriza, era accesa dai gruppi di incappucciati black bloc: gli stessi che il giorno dopo di Tsipras premier srotolarono striscioni dalla sede di Syriza pro alloggi popolari e contro il carcere duro, mentre la nuova nomenklatura rossa ad Atene si preparava al gran banchetto delle poltrone.

twitter@FDepalo

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