Israele non è solo il bersaglio dei terroristi di Hamas. Ma è anche vittima di una vera e propria guerra ibrida, portata avanti da politici e attivisti in tutto il mondo occidentale. Italia compresa. Una campagna di boicottaggio che coinvolge lo sport, la cultura, la musica e diverse grandi aziende. L'ultima lettera scarlatta colpisce la Federazione calcistica di Israele. C'è un manifesto, molto condiviso negli ambienti di estrema sinistra. «Boicottiamo la Federazione di Calcio di Israele! Boicottiamo chi semina morte e distruzione», si legge sul sito ilcalcioboicottaisraele.org, creato appositamente per la raccolta firme.
Tra i promotori dell'iniziativa c'è un blog, Calcio e Rivoluzione. Uno spazio in cui si mischiano sport e politica, sempre da una prospettiva di sinistra radicale. A mettere «like» al manifesto anti-Israele ci sono anche alcuni esponenti politici, tra cui Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo. I boicottatori accusano lo Stato ebraico di «genocidio» a Gaza. Poi accusano Israele per «la distruzione della quasi totalità delle strutture sportive presenti a Gaza» e parlano di «oltre 71 calciatori palestinesi e decine di allenatori e dirigenti palestinesi uccisi dall'Idf». Insomma, nell'appello si chiede di bandire la nazionale e i club israeliani dalle competizioni internazionali. Una mobilitazione contro la Figc. Un ricatto in vista delle partite della nazionale italiana, che dovrà affrontare Israele a settembre e ottobre nella Nations League. Un modo per alzare la tensione alla vigilia del match di ritorno degli ottavi di Conference League a Firenze tra Fiorentina e Maccabi Haifa, in programma il 14 marzo. L'incontro si giocherà a porte aperte, ma con forti limitazioni e sei settori dello stadio chiusi. L'appello, al momento, è stato sottoscritto da poche personalità di secondo piano del calcio e del giornalismo sportivo. Ma fa il paio con altri boicottaggi, come le pressioni che hanno indotto Puma a non rinnovare il contratto di sponsorizzazione della nazionale israeliana di calcio.
Lo scorso 8 febbraio c'era stata la richiesta ufficiale delle federazioni calcistiche mediorientali di escludere Israele dalla Fifa. E il 12 ottobre scorso il Maccabi Tel Aviv di basket era stato costretto a non disputare l'incontro di Eurolega in casa dell'Olimpia Milano, causa lutto nazionale in Israele dopo gli attentati di Hamas. Ancora, il 19 febbraio i fischi ai mondiali di nuoto contro l'atleta israeliana Anastasia Gorbenko, medaglia d'argento nei 400 misti.
Per non parlare della campagna per boicottare la partecipazione della cantante israeliana Eden Golan all'Eurovision e delle iniziative, anche violente, dell'estrema sinistra contro la catena di supermercati Carrefour, «colpevole» di mandare alimenti all'esercito di Israele.
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