Coronavirus

E per decidere su quando riaprire la task force ora vuole psicanalizzarci

Solitudine, social, insonnia, hobby: preparato un questionario per 150mila persone. Per capire quanto ancora si può resistere

E per decidere su quando riaprire la task force ora vuole psicanalizzarci

Il lockdown legato al coronavirus sta avendo gli effetti più disparati nella cittadinanza. Si evince anche solo scorrendo i social dove, dopo i primi giorni in cui appariva solo l'estenuante catena «restate a casa, insieme ce la faremo», si è passati a postare video di corsi fitness su Skype e foto di torte e pane fatte in casa, tanto che trovare il lievito nei supermercati è una caccia al tesoro.

Ma quale sono le conseguenze dell'isolamento forzato? E soprattutto quanto tempo ancora gli italiani sono in grado di sopportare il lockdown? Non sono considerazioni banali per valutare l'avvio della Fase 2. Per questo gli scienziati hanno suggerito di sottoporre un campione di cittadini a un test psicologico, utile per modulare i messaggi «calati dall'alto» e capire fino a quando la tenuta sociale, che ha permesso di arginare i contagi a discapito della libertà personale, può ancora reggere.

Lo studio formulato dagli psicologi del Comitato tecnico scientifico che assiste il governo sarà fatto a campione su 150mila persone scelte per residenza anagrafica, sesso, fasce d'età, attività professionale e sarà messo a disposizione della task force chiamata a valutare gli step delle riaperture.

Le domande sono semplici. Quante volte al giorno pensi possa durare questa situazione anomala di lockdown? Quante volte ti capita di passare ore senza far nulla? Quante volte accusi la solitudine derivante dall'isolamento coatto? Quante volte sei davanti alla tv, social come Fb, Instagram, twitter? Riesci a dar libero sfogo ai tuoi hobbies? La comunicazione virtuale può validamente sostituire quella personale? E poi ci sono quesiti che spaziano dall'insonnia al tempo passato con i figli.

Le risposte allo studio dovrebbero essere tre: poco, spesso, abbastanza. Lo scopo finale è anche quello di calcolare gli effetti dell'isolamento sociale sulla psiche e quali cambiamenti ha prodotto in noi.

È innegabile che chi vive a Codogno o Bergamo abbia risentito maggiormente degli effetti della pandemia, non solo in termini di paura e perdita di vite umane, rispetto a chi abita a Terni o Sassari. Pertanto sarà utile capire anche il livello di equilibrio o di frustrazione per area geografica.

Dati alla mano per la task force di Vittorio Colao (nella foto) sarà più facile tracciare la riapertura dell'Italia dal 27 aprile o dal 4 maggio mettendo in secondo piano opinioni ed esigenze economiche e di categoria.

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