Mondo

E l'hotel tedesco «vieta» di telefonare in Israele

È bufera sul prestigioso albergo Kempiski di Berlino Il prefisso è scomparso: «Ce l'hanno chiesto gli arabi»

E l'hotel tedesco «vieta» di telefonare in Israele

Berlino Israele cancellato dall'elenco telefonico di un grande albergo berlinese per compiacere la danarosa clientela araba. È la denuncia di Claude Lanzmann, giornalista e regista francese, noto al pubblico internazionale per il suo documentario di nove ore e mezzo Shoah sullo sterminio del popolo ebraico. L'intellettuale classe 1925 ha affidato la sua denuncia a una lettera pubblicata sulla Frankfurter Allgemeine e sul Figaro. «Mi sono dovuto recare a Berlino per il funerale della mia ex moglie, Angelika Schorbsdorff, e senza troppo riflettere ho preso una stanza all'hotel Kempinski sul Kurfürstendamm», la principale arteria di Berlino ovest. In camera Lanzmann consulta l'elenco dei prefissi internazionali e si accorge di una stranezza: «Siamo alla lettera I ma manca Israele. Com'è possibile che nel 2016 a Berlino, capitale della Germania, Israele sia cancellato?». «Angosciato e indignato», il regista si precipita alla reception a chiedere lumi ma la risposta ricevuta non aiuta certo a calmarlo. «La maggioranza della nostra clientela è araba: sono stati i clienti a chiedere la cancellazione di Israele dalla brochure».

Diventata di dominio pubblico, la notizia ha obbligato la direzione dell'albergo a fornire spiegazioni. Alla Süddeutsche Zeitung il Bristol Kempinski ha fatto sapere, smentendo il proprio impiegato, che la brochure contestata contiene i prefissi telefonici di soli 35 paesi, per cui la mancanza di Israele sarebbe del tutto casuale. «Si è trattato solo di una svista», ha confermato la direttrice dell'hotel, Birgitt Ullerich. Difficile credere che le sue parole daranno soddisfazione a Lanzmann che fonda la sua tesi sulla presenza araba a Berlino. Una presenza in crescita, come indirettamente confermato anche dalla direzione del Ritz-Carlton della capitale tedesca, che da un anno pubblicizza servizi ad hoc per la sua clientela mediorientale, al 99% di fede islamica. Tè e frutta per chi è appena atterrato, e copie del Corano e tappeti per la preghiera in direzione della Mecca. Mettere i clienti a proprio agio in fatto di fede è tuttavia diverso dall'acconsentire a negare i valori della propria società. La questione, per Lanzmann supera anche la dimensione bilaterale Germania-Israele.

«Non si può lottare contro il terrorismo arabo e permettere allo stesso tempo che uno dei più importanti alberghi di Berlino cancelli Israele».

Commenti