Elezioni Europee 2019

Ecco come la Lega ha rubato voti al M5S

La debaclè più rilevante del M5S si segnala al Sud (1 milione e 700mila), mentre al Nordovest, Nordest e Centro Italia il calo è di un milione di voti. Nelle Isole la perdita di consensi si aggira attorno ai 944mila

Ecco come la Lega ha rubato voti al M5S

La sconfitta del M5S, che in un anno ha dimezzato i suoi voti, non ha precedenti. Rispetto alle Politiche del 2018, stando all'analisi dei dati effettuata da Enzo Risso, il direttore scientifico di Swg per l'HuffPost, i grillini perdono 6 milioni e 180mila voti.

La débacl più rilevante si segnala al Sud (1 milione e 700mila), mentre al Nordovest, Nordest e Centro Italia il calo è di un milione di voti. Nelle Isole la perdita di consensi si aggira attorno ai 944mila. Solo il 38% dei votanti ha confermato il suo voto per i pentastellati ma un 14% ha optato per l'alleato di governo, la Lega di Matteo Salvini, e soltanto il 4% si è buttato sul Pd. Il restante 6% si è disperso tra i vari partitini minori. "M5s perde al Sud e lungo tutto lo stivale, ma, soprattutto, perde per strada pezzi importanti del suo blocco sociale. Lascia sul campo, per esempio, i giovani: lo abbandonano il 15% dei Millennials (in parte conquistati da Lega e Pd) e il 25% dei ragazzi della Generazione Z", scrive Risso nel suo blog sull'HuffPost. Tra gli operai il M5S perde il 20% dei consensi e un 12% tra i ceti medio bassi. Va peggio tra le fasce più povere della popolazione (-17%). Anche il 14% della middle class urbana e professionale abbandona i grillini.

"Il complessivo processo di sfarinamento del peso elettorale che ha coinvolto il partito uscito vincitore dalle urne lo scorso anno, ha determinato una variazione nella composizione del suo blocco politico, sempre più dominato dall’identità apolitica (35%) e di centrosinistra (31%), mentre appaiono residuali le auto-collocazioni a centrodestra (17%) e centriste (17%)", spiega Risso. A decretare un tale tracollo è la scarsa opinione sull'operato di Luigi Di Maio che spinto il 62% degli elettori pentastellati a non rivotare per il Movimento. Ben il 36% lo giudica incompetente, mentre per il 16% è troppo subalterno alla Lega e per un 13% il capo politico del M5S ha proprio sbagliato nell'allearsi con la Lega. Infine vi è un 10% che contesta le sue posizioni No Tav.

Per la Lega, invece, Matteo Salvini ha assunto un ruolo di traino importante (76%) che ha consentito alla Lega di prendere dal M5S il 17% dei nuovi voti e un altrettanto 10% sottrato a Forza Italia. La Lega guadagna 3 milioni di voti (7,4 milioni di votanti in più rispetto al 2014), registrando il segno positivo in tutte le circiscrizioni d'Italia: + 897mila a Nordovest, + 686mila a Nordest, + 810mila al Centro, + 828mila a Sud e + 236mila nelle Isole. Al Nord ottiene il 40% dei consensi, al Centro il 33,5%, al Sud il 23,5% e nelle Isole il 22,4%. "Il partito guidato da Salvini ha conquistato voti tra i baby boomers (+19%), i Millennials (+11%), i giovanissimi della Generazione Z (+21%), gli operai (+29%), i professionisti (+12%), i ceti poveri (+18%), i ceti medio-bassi (+18%) e le donne (+17%)", spiega il sondaggista, convinto che Salvini abbia vinto soprattutto grazie al no all’immigrazione (45%).

Il Pd, dal canto suo, tiene rispetto al 2018, essendo il partito con il maggior tasso di riconferme di voto: 68%. In termini di flussi di voti, i dem hanno recuperato il 7% dei consensi dai grillini, il 10% dall’astensione, il 6% dai partiti di sinistra e il 4% da quanti avevano scelto per +Europa. "Il Pd ha riconquistato un po’ di Millennials (+6%) e di giovanissimi della Generazione Z (+9%). Continua a non parlare con il mondo operaio (solo il 13% vota per il Pd), mentre ha ricominciato a ritessere il dialogo con i ceti poveri (+6%) e medio-bassi (+3%)",scrive il sondaggista. Rispetto alle Europee di cinque anni fa è palpabile l'incapacità di raccogliere il voto dei centristi (-8%), in un periodo in cui si rafforza la corrente di sinistra dell'elettorato dem (+16%). "A sospingere il voto per il partito di Zingaretti è stata, soprattutto, la polarizzazione dello scontro con Salvini: il 40% ha votato il Pd per contrastare l’avanzata del populismo, il 29% per fermare il leader della Lega, il 34% per costruire un nuovo centrosinistra", spiega Risso. Con questo voto viene meno la distinzione storica destra-sinistra per essere sostituita, da una parte con lo slogan “prima gli italiani” e dall'atra i fautori dell'immigrazione incontrollata. Ha, inoltre, dato un nuovo volto al centrodestra che sostiene il mondo No-Global e antieuropeista. Per gli alleati di governo il discorso è differente. "I pentastellati, in questi mesi di doppia identità (partito arginatore di Salvini e al governo con Salvini) hanno subito un appannamento della sua dimensione identitaria trasversale (né di sinistra né di destra) e del suo posizionamento antisistema. M5s non solo ha deluso parte del suo elettorato, ma ha anche infragilito il proprio profilo identitario originario", si legge sull'HuffPost.

"Il gruppo guidato da Zingaretti, spostandosi dall’asse puramente modernista-centrista ha marcato maggiormente il territorio, iniziando a ridisegnare la propria mission al centro delle pulsioni per una comunità aperta e marcata da una maggiore equità sociale", spiega ancora Risso.

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