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Franck, l'eroe di Nizza ha tentato di uccidersi

Tre anni fa riuscì a bloccare l'attentatore su Promenade des Anglais che causò 86 morti

Franck, l'eroe di Nizza ha tentato di uccidersi

Pericoloso per se stesso e per i vicini. Sono servite le maniere forti per risvegliare Franck da uno stato confusionale. Uno dei cittadini più noti di Nizza, improvvisamente, giovedì pomeriggio ha minacciato di suicidarsi facendo saltare in aria il proprio appartamento. È successo col riemergere del trauma di quei minuti spesi a rincorrere un camion impazzito tre anni fa su Promenade des Anglais, cercando di fermare l'orrore di un terrorista che uccise 86 persone il 14 luglio 2016. Lo rallentò. «Ma ha sempre ritenuto di non aver salvato abbastanza vite», spiega il sindaco Christian Estrosi, sul posto per dissuaderlo. Nulla. Così, da eroe conclamato, insignito della medaglia al valore e della Legion d'Onore, è piombato in un incubo che lo ha reso vittima di un «black-out». Gli agenti del servizio d'élite della polizia nazionale (Raid) sono arrivati alla Corniche fleurie, a ovest di Nizza. I vicini gridano: «Vuole uccidersi, fate presto». Via gas e luce dalla casa per precauzione». Finché non riescono a portarlo via con la forza. Ecco il dramma. Un eroe caduto nella tentazione di farla finita senza pensare alle conseguenze. «Ho vissuto una specie di black out», ha spiegato in ospedale. La città gli ha espresso solidarietà. È il trauma non sanato di una vittime del terrore, spiegano i medici. L'avevano dato per morto tre anni fa dopo il suo atto di coraggio. Si salvò, ma non si è mai ripreso del tutto: «Lo psichiatra mi aveva detto che il cervello avrebbe potuto farmi degli scherzi dopo ciò che ho vissuto». Nessuno, però, si aspettava che potesse diventare a sua volta un pericolo. Due ore di follia. Il video che riprese la sua azione eroica fece il giro del mondo: insegue il camion bianco, riesce ad aggrapparsi al lato conducente e si ritrova faccia a faccia con il killer. «L'ho picchiato, picchiato, picchiato ancora. Colpi sul viso, non diceva niente, non reagiva». A vedere la scena, in molti pensarono a un pazzo che voleva suicidarsi. Invece «ero lucido e pronto a morire per fermare l'attentatore». Si capirà soltanto più avanti, con la città che ha ribattezzato Franck «eroe in scooter», comprandogliene uno nuovo con una colletta. La sera della strage voleva vedere i fuochi d'artificio con la moglie. Si ritrovò a fare lo slalom tra i vivi e i morti per salvare le vite di concittadini e turisti. Fu infatti uno dei primi a comprendere quel che stava per succedere: fa scendere la donna dalle due ruote, raggiunge il terrorista e lo prende a pugni. Si ritrova una pistola puntata: «L'attentatore ha premuto il grilletto, ma l'arma si è inceppata». Arriva la polizia che spara i primi colpi. Franck si rifugia sotto il camion, si protegge la testa. Finita la pioggia di proiettili, è cominciata quella più dolorosa della terapia. Psichiatri, farmaci e una quasi ritrovata normalità. Apparentemente, Franck, oggi 53 anni, padre di famiglia, se l'era cavata con qualche punto di sutura. Ma più che le ferite alla testa per i colpi inferti da Lahouaiej Bouhlel, gli sono rimasti addosso i segni del dramma.

Col suo coraggio, ha scongiurato un massacro che sarebbe potuto essere ancor più drammatico, a fronte di una conta di per sé spaventosa: 86 morti e 400 feriti.

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