Sparatoria a Strasburgo

La fuga su una Ford Fiesta Adesso è allerta anche in Italia

Come il terrorista di Berlino ucciso a Sesto, Cherif potrebbe arrivare da noi. Il Viminale rinforza controlli e sicurezza

La fuga su una Ford Fiesta Adesso è allerta anche in Italia

D opo l'attentato di Strasburgo è allarme terrorismo anche in Italia. Chekatt Cherif, il ventinovenne attentatore che ieri ha sparato nella città francese, uccidendo tre persone, potrebbe infatti essere diretto nel nostro Paese. L'uomo è in fuga su una Ford Fiesta targata CX168FD e, secondo una nota diramata dalla gendarmeria francese, potrebbe presto varcare il confine. Ieri al Viminale si è riunito il Casa (Comitato di analisi strategica antiterrorismo) che ha esaminato la situazione. Al momento, anche in seguito a quanto si è potuto stabilire dall'analisi delle informazioni che arrivano dalla polizia d'Oltralpe, a cui l'Italia ha garantito massimo supporto, sono esclusi collegamenti tra l'attentatore di Strasburgo e il nostro Paese.

Ma come fu in passato per Anis Amri, poi ucciso nel Milanese, niente si può escludere. L'allerta resta a livello altissimo e si presta la massima attenzione per questo nuovo attacco, fa ripiombare l'incubo dei lupi solitari su tutta Europa. Al termine della riunione del Casa a prefetti e questori è giunta l'indicazione di innalzare quanto più possibile i controlli, anche in considerazione del fatto che, a causa delle imminenti festività natalizie, sono moltissimi gli eventi in programma in tutta Italia. Osservati speciali restano piazze, locali pubblici, concerti, supermercati, cinema, teatri. Ecco allora che gli uomini e le donne delle forze dell'ordine, il cui numero il ministero dell'Interno sta aumentando in tutta Italia, soprattutto per quanto concerne la Polizia di Stato, dovranno tenere sotto controllo luoghi di aggregazione pubblica, monumenti, palazzi e sedi istituzionali.

L'Intelligence italiana sta lavorando in modo serrato per individuare eventuali informazioni su presunti terroristi o recenti radicalizzazioni. Il tutto attraverso l'uso della rete e lo scambio di informazioni con i colleghi dei Paesi esteri. L'obiettivo è quello di scoprire in tempo persone che potrebbero avere l'intenzione di colpire, ma anche di capire se l'attentatore di Strasburgo possa rifugiarsi in Italia. Nel nostro Paese, finora risparmiato dalla furia dei terroristi, sono già decine le persone fermate prima che potessero agire, grazie all'impegno su tutti i fronti.

C'è, però, un paradosso. A fronte di un livello massimo di allerta, nei giorni scorsi 5 presunti terroristi di una cellula di Al Qaeda, che aveva base a Olbia, sono stati scarcerati.

Il gruppo era composto da 11 persone. Le prime sei sono già uscite dai luoghi di detenzione, le altre sono tornate in libertà per decisione del tribunale del Riesame della Corte d'Assise di Sassari. È stato il giudice Salvatore Marinaro a emettere il provvedimento in quanto è stata accolta l'istanza di nullità della proroga avanzata a ottobre. I presunti terroristi erano stati arrestati il 24 aprile 2015 dalla Digos di Sassari sotto la direzione della Dda di Cagliari. Preoccupa, in particolare, che della cellula facessero parte Sultan Wali Khan, commerciante di Olbia che sarebbe stato il capo del gruppo legato ad Al Qaeda e l'imam di Bergamo, Hafiz Muhammad Zulkifal.

Personaggi che sono tornati a piede libero benché in passato fossero stati accusati, con la loro organizzazione, di finanziare le scuole coraniche in Pakistan, ma anche di favoreggiamento all'immigrazione clandestina e di aver organizzato alcuni attentati nel loro Paese d'origine.

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