Guerra in Ucraina

Gaza, primi aiuti via mare (col permesso di Israele)

Nel molo provvisorio di Gaza City, arrivata una nave con 200 tonnellate di cibo per i civili allo stremo. Già pronta la seconda

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Non è la soluzione definitiva alla crisi umanitaria che sta devastando la quotidianità dei civili di Gaza ma è un primo, importante passo per rendere leggermente meno insostenibile la situazione per gente che non ha più nulla. Le prime 200 tonnellate di aiuti alimentari per la popolazione della Striscia sono arrivate a destinazione grazie al molo provvisorio allestito negli ultimi giorni a Gaza City con il beneplacito di Israele che, sul tema, ha ceduto alle pressioni internazionali.

«Un primo passo», lo definisce l'Ong americana World Central Kitchen che ha coordinato le operazioni anche grazie alla nave messa a disposizione da Open Arms. A bordo c'era anche il fondatore della Ong spagnola, Oscar Camps. A terra, invece, il famoso chef José Andrés, patron di World Central Kitchen, uno che può fregiarsi di due stelle Michelin. Uno chef stellato in una situazione di disagio totale come questa sembra un'assurdità ma Andrés è stato inserito non a caso tra le 100 persone più influenti al mondo nel 2012 e nel 2018 ed è stato anche candidato al premio Nobel per la Pace nel 2019. «Tutto il carico è stato scaricato e viene preparato per la distribuzione a Gaza - ha spiegato la Ong - Comprende casse di prodotti in scatola, inclusi fagioli, carote, tonno, ceci, mais, riso, farina, olio e sale. Un secondo carico includerà anche le gru per assistere la distribuzione». Gli aiuti sono arrivati per la prima volta via mare, da Cipro tramite una chiatta rimorchiata dalla Open Arms. «Ce l'abbiamo fatta! Era una prova: possiamo portare migliaia di tonnellate di aiuti ogni settimana», ha commentato invece lo chef spagnolo.

World Central Kitchen, già attiva in Ucraina, è da tempo operativa nella Striscia. Fino a ieri aveva già preparato e servito ben 32 milioni di pasti ai civili di Gaza inviando anche centinaia di camion con aiuti alimentari, fornelli, stufe a pellet e altro materiale di prima necessità. Inoltre, ha allestito una grande panetteria a Rafah che sforna ogni giorno decine di migliaia di panini, fondamentali per una popolazione allo stremo. Già oggi dovrebbe partire una seconda nave da Cipro, la Jennifer, con a bordo 240 tonnellate fra riso, farina, olio, conserve di proteine e verdure oltre a datteri, che si consumano tradizionalmente durante il Ramadan. Ieri su Gaza effettuato anche il primo lancio di aiuti da parte della Germania. Le forze armate tedesche hanno inviato due aerei da trasporto C-130 Hercules, ognuno con 18 tonnellate di carico, nell'ambito del ponte aereo per Gaza avviato dalla Giordania a cui partecipano anche, tra gli altri, Stati Uniti e Francia.

Passi importanti, anche se ben lontani dall'essere decisivi. Lo dimostra un report stilato dall'Unicef secondo cui il 31 per cento dei bambini sotto i due anni nel Nord della Striscia di Gaza soffre di malnutrizione acuta, con un aumento enorme rispetto al 15,6 per cento (di gennaio). «La malnutrizione sta raggiungendo livelli devastanti a causa degli impatti di vasta portata della guerra e delle continue restrizioni alla fornitura di aiuti», spiega l'Unicef. Secondo il report sono almeno 23 i bimbi nel Nord della Striscia morti a causa dell'assenza di cibo e acqua nelle ultime settimane.

Ma intanto il conflitto non si ferma. Ieri in un raid israeliano a Nuseirat sono stati uccisi 36 membri di una stessa famiglia che si trovavano in una casa che è stata bombardata. Tra le vittime ci sarebbero anche bambini.

Il ministero della Sanità, controllato da Hamas, ha denunciato l'accaduto mentre l'esercito israeliano non ha fornito dettagli annunciando l'apertura di un'indagine.

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