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Gilet gialli scatenati: Parigi a ferro e fuoco tra scontri e arresti

In azione 1.500 violenti: un palazzo dato alle fiamme. Il ministro dell'Interno: «Assassini»

Gilet gialli scatenati: Parigi a ferro e fuoco tra  scontri e arresti

Parigi Una «violenza inaccettabile», taglia corto il premier Edouard Philippe. Sugli Champs-Elysées ormai devastati dai casseur ordina alla polizia di usare la forza. Ma il viale più famoso di Parigi ha già da ore cambiato volto, diventando per l'intera giornata tappa per selfie, nei simboli del lusso e del potere, saccheggiati e semidistrutti dai casseur. La mobilitazione dei gilet gialli riprende corpo dopo l'affievolimento delle ultime settimane a Parigi facendo registrare circa 10mila presenze; 32mila in tutta la Francia. Nel mix dei numeri al rialzo la violenza centrifuga è difficile da amministrare: 5mila agenti schierati creano cordoni davanti all'Arco di Trionfo o alle vetrine infrante. Compresa quella del Fouquet's, il tempio del potere dell'epoca Sarkozy che nell'immaginario rappresenta l'ostentato scollamento tra popolo ed élite: devastato ieri quasi completamente, è già un santuario per rivendicare la vittoria dei gilet, e infine dato alle fiamme.

L'orda distrugge vetrine e fa razzia di capi firmati. Così la diciottesima mobilitazione consecutiva, dal 17 novembre, si caratterizza per la sua vena «arraffona». Chi non ha il coraggio di rubare un giaccone, si accontenta di una macchina da caffè da Nespresso, di cui ieri non restava neppure la porta d'ingresso già alle 13,30. A decine entrano da Hugo Boss per rubare una semplice gruccia. Salvo Louis Vuitton, l'unico a erigere una fortezza di metallo. Nel pomeriggio tocca alla boutique Longchamp, incendiata. Poi a Zara, Jeff de Bruges. In fiamme pure le edicole, prese di mira dall'ala dura; simboli dei media che secondo il 53% dei francesi hanno distorto la realtà dell'onda gialla. Più che maturare, il movimento sembra in piena deriva complottista. I pompieri faticano a muoversi con le camionette sugli Champs-Elysées e tutto è reso più complicato dalla paura di sbagliare: 83 le inchieste aperte sull'uso dei proiettili flash-ball. Ieri, infatti, sono tornati gli idranti, grazie ai quali è stato impedito a un gruppo incappucciati di assaltare l'Eliseo. Almeno 230 fermi a Parigi, 62 i feriti tra cui 17 poliziotti e un pompiere.

Sfilata collettiva sugli Champs, poi guerriglia all'Arco di Trionfo, presidiato a 360 gradi dalle camionette. Qui i casseur usano qualunque cosa come arma: barriere, pavé, transenne. Centinaia di lacrimogeni oscurano l'Arco. Molti gilet gialli venuti per manifestare virano sull'evento di Place de la République, dove dalle 15,30 c'è stata un'Assemblea programmatica. I delinquenti fanno invece il gioco sporco, si intestano l'incendio di un palazzo, scaturito da una banca infiammata a pochi passi dagli Champs. Una donna con il bambino, intrappolati al secondo piano, salvati in extremis: «Potevamo morire», raccontano gli 11 feriti. Quel che doveva essere un «ultimatum» a Macron è stato l'ennesimo sabato di furia distruttiva. Che ha avuto effetto sul presidente in vacanza. Emmanuel Macron è stato infatti costretto ad accorciare la sua parentesi sciistica, rientrando in serata. Un pausa sulla neve durata neppure due giorni. D'altronde, mentre sabato scorso i gilet protestavano, il ministro dell'Interno era in un club a ballare, il Noto. Così ieri nessuno si è fatto scrupoli a scattarsi foto davanti al Fouquet's, insultando i potenti in generale, perfino Bouteflika, il presidente algerino. Da Fouquet's festeggiò l'elezione Sarkozy. Un monumento storico in piedi dal 1899 caduto sotto le spranghe. Il ministro dell'Interno Cristophe Castaner elogia la calma dei dimostranti sul clima rispetto alla violenza dei 1.500 black-bloc. Ordina di «rispondere con la più grande fermezza» agli scontri in corso anche a Place de l'Etoile. «Sono assassini», dirà il ministro. Per il premier Philippe, in strada con la polizia, «chi giustifica i casseur, o li incoraggia o è complice». L'onda nera però si propaga: una volante incendiata a pochi passi da Chatelet-Les Halles. Jerome Rodrigues, che nelle scorse settimane ha perso un occhio negli scontri, sostiene che «la violenza viene dal governo». Dall'Italia, invece, arriva la condanna degli scontri da parte del Movimento Cinque Stelle.

Incidenti anche a Bordeaux, banche saccheggiate e arresti, e nelle principali città francesi.

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