Qatargate

In ginocchio dal Qatar per un milione e mezzo ma l'assistente collabora

Un fiume di contanti. Oltre un milione e mezzo di euro. La Procura di Bruxelles ha fatto i conti di quanto sequestrato nei giorni scorsi ai due principali indagati del Qatargate, la greca Eva Kaili e l'italiano Antonio Panzeri

In ginocchio dal Qatar per un milione e mezzo ma l'assistente collabora

Un fiume di contanti. Oltre un milione e mezzo di euro. La Procura di Bruxelles ha fatto i conti di quanto sequestrato nei giorni scorsi ai due principali indagati del Qatargate, la greca Eva Kaili e l'italiano Antonio Panzeri. In una foto diffusa dal quotidiano belga Le Soir si vedono le mazzette sequestrate: tagli da duecento, cento, cinquanta e venti euro. Mentre in casa di Francesco Giorgi ad Abbiategrasso sono stati sequestrati, su ordine dei pm belgi, 20mila euro. Soldi che sarebbero, secondo l'accusa, il prezzo della corruzione del Qatar, ma anche - in una misura che ancora bisogna comprendere - del Marocco. Così l'Emirato avrebbe pagato l'ammorbidimento delle posizioni europee sui diritti umani violati nei cantieri per i Mondiali di calcio.

Circa 600mila euro sequestrati a Panzeri, altri 750mila a Kaili: 600mila sarebbero stati nel trolley con cui il padre della ex vicepresidente Ue è stato fermato mentre si allontanava da un hotel del centro di Bruxelles, altri 150mila, oltre a regali, nell'abitazione della figlia e del suo compagno italiano Francesco Giorgi, anche lui in carcere. Oggi l'udienza con cui la camera di consiglio deciderà se confermare il fermo dei quattro arrestati, Eva Kaili, Giorgi, Panzeri e Niccoló Figà Talamanca, segretario generale della Ong fondata da Emma Bonino «No Peace without justice». Questa ong e quella fondata da Panzeri nel 2019, «Fight for Impunity», sarebbero state, secondo gli investigatori, uno dei veicoli della corruzione.

L'inchiesta belga partita nel luglio scorso dunque accelera. Grazie al materiale sequestrato e, da indiscrezioni, alle dichiarazioni collaborative di Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri, che avrebbe parlato per ore con gli inquirenti. Secondo la stampa belga - che non cita nome e cognome - una delle quattro persone interrogate avrebbe fatto il nome dell'eurodeputato socialista Marc Tarabella - di origine italo belga e anche lui in passato iscritto ad Articolo Uno come Panzeri - il cui ufficio è stato perquisito. Sospeso dal gruppo dei socialisti, non risulta indagato, e contattato da L'Echo ha detto di «non avere assolutamente nulla da nascondere».

Sembra alleggerirsi la posizione del presidente della confederazione dei sindacati Ituc, Luca Visentini, a cui non era stato convalidato l'arresto: «Sono lieto che l'interrogatorio si sia concluso e che io abbia potuto rispondere pienamente a tutte le domande. Se dovessero essere formulate ulteriori accuse, non vedo l'ora di avere l'opportunità di confutarle, poiché sono innocente di qualsiasi illecito».

Eva Kaili è stata destituita con un voto quasi unanime dall'assemblea di Strasburgo. Ma le polemiche e i sospetti si allargano anche alla Commissione europea, nonostante non ci sia alcun indagato e l'istituzione non sia stata toccata da perquisizioni. Il clima è di diffidenza reciproca, nel timore che l'indagine possa estendersi. Così rispondeva ieri in conferenza stampa il vice presidente della Commissione europea, Margaritis Schinas, alle domande su possibili regali dal Qatar e su una sua passata visita a Doha: «Sì, dal Qatar ho ricevuto un pallone da calcio e una scatola di cioccolatini che ho lasciato entrambi all'autista che mi ha accompagnato allo stadio e c'era qualche souvenir del Mondiale che sta ben al di sotto del registro della Commissione. E per il quadro completo, lasciatemi dire che ho dato ai ministri del Governo che ho incontrato i regali prestigiosi del protocollo della Commissione, una candela e un fermacarte».

Il premier belga Alexander De Croo è convinto che «la giustizia stia facendo ciò che il Parlamento europeo non ha fatto. A quanto pare il sistema di autocontrollo non è stato sufficiente». Secondo Hannah Neumann, eurodeputata dei Verdi, ci saranno «altri eurodeputati coinvolti».

Neumann è presidente della Darp, la Delegazione del Parlamento per i rapporti con la Penisola Arabica, della quale era vicepresidente Marc Tarabella e nella quale siedeva, come sostituta, la stessa Kaili.

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