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La giornalista contro Siffredi. Voleva restare anonima ma il nome esce lo stesso: "Ha spinto i colleghi a farlo"

La donna accusa il pornodivo di averla molestata al telefono dopo l'intervista. Ha parlato a un quotidiano tutelando la sua identità ma tutti i siti hanno pubblicato le sue generalità e anche la sua foto: "Gravissimo"

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La giornalista contro Siffredi. Voleva restare anonima ma il nome esce lo stesso: "Ha spinto i colleghi a farlo"

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Ieri il Corriere della Sera esce con un'intervista all'anonima giornalista che accusa il pornodivo Rocco Siffredi di averla molestata al telefono (dopo l'intervista del 15 marzo in occasione della serie Supersex di Netflix), e solo qualche ora più tardi tutti i siti appiccicano nome, cognome e volto alla donna. Eppure la cronista dell'AdnKronos, Alisa Toaff, avrebbe voluto non apparire affatto: «È una cosa gravissima, ha spinto i colleghi a mettere il mio nome», spiega a Repubblica parlando di Siffredi. E poi, con il fiume di odio social che le si è riversato addosso, ha deciso di uscire allo scoperto. Per il resto, Toaff racconta che inizialmente il porno attore era stato gentile e aveva accettato di buon grado l'intervista (che peraltro aveva visionato prima dell'uscita assieme al titolo) ma poi, la sera del 18 marzo, quando il pezzo è uscito sul sito dell'agenzia di stampa, l'attore ha iniziato a messaggiare la giornalista. La missiva tecnologica era iniziata con una contestazione in merito al pezzo (aveva chiesto di togliere delle frasi sull'attore che lo interpreta, Alessandro Borghi, era stato accontentato ma non era bastato): «Non sei una giornalista, sei un'approfittatrice per vendere i tuoi articolini, gonfiati, dove ci metti tanto del tuo e appesantisci, sei talmente piena di voler appesantire che togli di qua perché te lo ha detto il direttore e aggiungi di là, vabbè buona vita woman», aveva scritto Siffredi alla Toaff. Ma era solo il primo di molti messaggi, la giornalista sostiene che l'attore, quella sera, le abbia scritto fino alle 22. Alla fine di una raffica di whatsapp, aveva persino ammesso che l'intervista in realtà andava bene. Ma sono le cose che si è permesso di scrivere in mezzo e per le quali peraltro non si è mai scusato che hanno convinto la Toaff a denunciare il divo dell'hard. Tipo uno degli ultimi due: «A te credo che ti manchi il c...o perché se una donna arriva ad essere così vuol dire che il c...o gli manca per davvero, ecco fatti una pausa, fatti una scorpacciata di c...i e imparerai ad essere una persona normale». E, comprensibilmente, questo non è stato tollerato dalla giornalista che ha spiegato: «Non è accettabile che accada una cosa del genere mentre si sta lavorando solo perché sono una donna. Se fossi stata un uomo? Si sarebbe comportato così? Questo è un atteggiamento sessista e soprattutto molesto. Per questo l'ho denunciato». Non solo, l'attore ha preso una foto della giornalista dai social e gliel'ha inviata commentando: «Sei bona, femminilità top». Poi ha fatto altri riferimenti allusivi sulla donna e sul momento in cui hanno scattato un selfie assieme. Siffredi si è difeso rilasciando diverse interviste e dichiarandosi pronto a denunciare la giornalista a sua volta. Non solo, ha sfidato la donna a consegnare alla polizia l'intero contenuto della loro conversazione in chat. Siffredi ha anche parlato di un'intervista «irrituale», nella quale la donna gli avrebbe chiesto di parlare della sua «sfera intima, personale».

Toaff ha replicato indignata: «Ma di cosa dovevamo parlare? Lui è un porno attore».

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