Coronavirus

È guerra aperta alla movida, la stretta dei sindaci

Da Milano a Roma, da Napoli a Palermo: un blocco a macchia di leopardo. L'ira dei pub

È guerra aperta alla movida, la stretta dei sindaci

Se non si tratta di un lockdown totale, poco ci manca. I sindaci della maggior parte delle città italiane, su indicazione dei comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, stanno infatti chiudendo strade e piazze della movida negli orari serali e notturni, in modo da evitare assembramenti. Inevitabili le proteste da parte di ristoratori e commercianti che gridano: «Così rischiamo il fallimento».

Dopo Milano, ieri sera anche la Capitale ha dato il giro di vite alla movida. Campo de' Fiori, piazza Madonna de' Monti, piazza Trilussa a Trastevere, via del Pigneto e via Pesaro sono state transennate e chiuse al pubblico nei weekend, nei giorni di venerdì e sabato, dalle 21 alle 24. Per ora il provvedimento ha validità fino al 13 novembre, ma è prevista la possibilità di estensione. Per le violazioni sono previste sanzioni che vanno dai 400 ai mille euro.

Ma non è finita, perché il Campidoglio sta studiando anche un'ordinanza per imporre il divieto di vendita degli alcolici nei giorni di venerdì e sabato, dalle 21 alle 7. A tal proposito le forze dell'ordine effettueranno gli alcol test. In campo anche unità cinofile.

A Genova il sindaco Marco Bucci ha firmato l'ordinanza che prevede la chiusura di alcune aree del Centro storico, dove l'accesso è consentito solo agli esercizi commerciali aperti dalle 21 alle 6 del giorno successivo.

A Firenze il primo cittadino, Dario Nardella, ha previsto di limitare i movimenti, dalle 19 alle 2 di venerdì e sabato, in due aree «di massimo rispetto», ovvero quella compresa tra piazza Strozzi, via Strozzi, via Sassetti, piazza Repubblica, via Pellicceria e quella compresa tra piazza dei Ciompi, via Pietrapiana, piazza Sant'Ambrogio e il tratto di Borgo la Croce fino a via Mattonaia.

La Campania punta a una chiusura totale, serrande abbassate fino al 13 novembre per tutte le attività commerciali, sociali e ricreative dalle 23 alle 5, con Napoli che prevede la delimitazione delle piazze della movida. In Sicilia il governatore Nello Musumeci si adegua al Dpcm chiudendo le attività commerciali alle 23. A Palermo, quindi, niente assembramenti, e divieto di sosta dei pedoni, dalle 21 alle 5 dal venerdì alla domenica. E se le restrizioni per ora vedono una mappa a macchia di leopardo», ci si appresta un po' in tutte le principali città italiane a sposare le misure consigliate dal governo. Preoccupazione c'è però per le possibili aggressioni che le divise potrebbero subire ancora, dopo quelle dei giorni scorsi.

Garanzie vengono chieste anche dai ristoratori. Roberto D'Uffizi, a nome degli esercenti di Campo de' Fiori, a Roma, parla di «situazione disastrosa». Ieri sera i proprietari dei locali della piazza più frequentata di Roma hanno abbassato le serrande in segno di protesta. «Già dopo il lockdown - spiega - lavoravamo pochissimo, al massimo un dieci per cento rispetto a prima. Ora vogliono farci chiudere. Alcune attività hanno già dichiarato fallimento, ora sarà veramente difficile andare avanti, anche perché la gente, sapendo dei controlli, non si muoverà più. Peraltro, dalle 24 scatta il coprifuoco, ciò significa che alle 23 dovremmo iniziare a buttar fuori la gente dai locali».

Nelle zone della movida romana si lavora dalle 22 alle 3, ovvero negli orari in cui adesso sarà vietato muoversi.

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