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Haftar boccia il documento di Palermo Spari a Tripoli

Haftar boccia il documento di Palermo Spari a Tripoli

Il giorno dopo la conferenza di Palermo e la celebrata fotografia del premier Conte con i due leader litiganti libici, arrivano puntuale la ripresa degli scontri armati a Tripoli e la presa di distanze da parte dei seguaci del generale di Khalifa Haftar. Una violenta battaglia è in corso nella zona dell'aeroporto internazionale che la Brigata Tarhuna rivendica di aver conquistato. E la Camera dei Rappresentanti di Tobruk, il Parlamento libico con sede nella città della Cirenaica sostenuto dal generale, ha diffuso una nota in cui contesta punto per punto le conclusioni della conferenza ed esprime la propria contrarietà al piano dell'Onu per il Paese. Questo piano, annunciato al Consiglio di sicurezza dall'inviato speciale dell'Onu per la Libia Ghassan Salamè, suscita «sorpresa» presso i parlamentari di Tobruk (che si definiscono «blocco della Cirenaica»), perché a loro avviso è «contrario all'accordo politico raggiunto a Skhirat»: il riferimento è all'intesa firmata nel dicembre 2015 nella città marocchina tra i rappresentanti del Congresso di Tripoli e quelli della Camera di Tobruk per la creazione di un governo di unità nazionale (accordo che peraltro già un anno fa Haftar aveva denunciato come «scaduto»). Critiche anche al «mantenimento del consiglio presidenziale nelle sue funzioni nonostante manchi di legittimità e di costituzionalità». La stessa Conferenza nazionale libica prevista per gennaio viene messa in discussione: da Tobruk spiegano che «non verrà riconosciuto alcun suo risultato».

Arriva invece da Washington «profondo apprezzamento per il governo italiano, per la sua leadership nell'ospitare questo importante evento».

Gli Stati Uniti «accolgono con favore le conclusioni annunciate dal governo italiano a seguito della conferenza del 12-13 novembre sulla Libia a Palermo».

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