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I baby calciatori fanno coraggio ai genitori E l'allenatore chiede scusa: «Perdonatemi»

«Mamma, siamo pronti a uscire di qui». «Quando torno cucinate il maiale fritto»

I baby calciatori fanno coraggio ai genitori E l'allenatore chiede scusa: «Perdonatemi»

Chiang Mai (Thailandia) Quando i ruoli si invertono. I ragazzi intrappolati nella grotta di Tham Luang tranquillizzano i familiari con delle lettere in cui raccontano di stare bene e di desiderare presto il loro rientro a casa. Quasi tutti gli scritti, pubblicati sulla pagina Facebook dei reparti speciali thailandesi Navy Seals, si concludono con un messaggio d'amore per i loro cari. «Non preoccupatevi. Mi mancate tanto, ma sto bene qui, i miei fratelli soccorritori si stanno prendendo cura di me. Vi voglio bene», recita il biglietto del tredicenne Panumat Saengdee, soprannominato Mix. «Quando esco, per favore, portatemi del maiale fritto e delle verdure grigliate», scrive Pheerapat - Night per gli amici - che ha compiuto 16 anni all'interno della grotta proprio il giorno in cui è iniziato l'incubo. Un altro dei giovani intrappolati, Bew, pseudonimo di Ekkarat Wongsookchan, ha voluto rassicurare i genitori che gestiscono un piccolo laan, un negozio di quartiere che vende un po' di tutto. «Papà, mamma, non preoccupatevi, sono sopravvissuto per due settimane, tornerò presto per aiutarvi al lavoro».

Queste parole hanno suscitato una forte emozione non solo per le loro famiglie, ma anche per le tantissime persone che stanno seguendo la loro storia, aspettando un finale a lieto fine. I giovani, che hanno un'età compresa tre gli 11 e i 16 anni, fanno parte della squadra di calcio locale Moo Pa e sono entrati nella grotta il 23 giugno, insieme al vice allenatore Nopparat Kantawong, di 25. Il più piccolo del gruppo, l'undicenne Chanin Wibrunrungrueang, gioca a calcio fin dall'età di 7 anni. Mentre il capitano della squadra è il 13enne Duangphet Promthep. Le inondazioni dei monsoni hanno reso impossibile la loro uscita e hanno impedito ai soccorritori di trovarli per nove lunghissimi giorni. Raggiungerli non è stato semplice. Gli incursori, arrivati anche dall'estero, hanno dovuto combattere contro passaggi bui e tortuosi, attraverso le acque fangose e le forti correnti.

Un'altra lettera molto toccante, è quella scritta da Kantawong che, ritenendosi responsabile dell'accaduto, ha chiesto scusa alle famiglie dei piccoli calciatori, dedicando, solo nel finale, anche un messaggio ai propri cari. «Voglio dire a tutti i genitori che in questo momento i vostri figli stanno bene. I soccorritori si stanno prendendo cura di noi al meglio. Lo prometto, farò tutto quello che posso per i ragazzi. Voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno supportato in questo periodo e mi voglio scusare con i familiari». Durante questi giorni, le opinioni del popolo thailandese rispetto al ruolo dell'unico adulto del gruppo, sono state contrastanti, anche se per nessuno è ritenuto realmente colpevole dell'incidente. Gli stessi genitori dei ragazzi, non lo hanno mai incolpato, anche perché non si trattava della prima volta che insieme si recavano al Tham Luang.

Ma c'è chi, sin dall'inizio, ha ritenuto che portare i giovani all'interno della grotta durante la stagione delle piogge - che inizia i primi di giugno - sia stato un comportamento irresponsabile. Tanti altri, invece, dopo aver saputo delle sue buone azioni in questa situazione critica, lo ritengono un vero e proprio esempio. Il vice allenatore, infatti, durante questa difficile permanenza, avrebbe sacrificato la parte del suo cibo per lasciarla agli altri.

Insegnando ai più piccoli anche a risparmiare energie, praticando la meditazione che, molto probabilmente, gli ha permesso di resistere fino a quando i soccorritori non li hanno trovati dopo nove giorni di ricerche.

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