Coronavirus

I contagi frenano, ma altri 653 morti

Ieri 36.176 nuovi casi su 250.186. L'indice di positività al 14,4%. Calano i ricoveri

I contagi frenano, ma altri 653 morti

Siamo giunti al plateau, quell'altipiano aritmetico per cui il numero di contagi quotidiani resta alto ma non cresce. E lì in fondo, da qualche parte, si intravede la discesa.

Sono giornate interlocutorie, in cui i numeri e le paure ristagnano ma il pericolo resta incombente. Ieri il bollettino quotidiano diffuso a metà pomeriggio dal ministero della Salute ha contato 36.176 nuovi casi, di più del giorno prima (34.283) ma a fronte di un numero più elevato di tamponi (250.166, secondo picco di sempre, contro i 234.834 di mercoledì) ciò che fa scendere impercettibilmente la percentuale di tamponi positivi rispetto a quelli effettuati, che passa da 14,60 a 14,46. Il picco di 17,92 registrato il 16 novembre è lontano. Attualmente sono 761.671 i contagi in corso, con 724.349 persone in isolamento domestico e 37.322 ricoverati, 33.610 in reparti ordinari (+106) e 3.712 in terapie intensive (+42). Anche qui cifre che rallentano.

Calano anche i morti, cento unità tonde tonde in meno rispetto al giorno prima: da 753 si scende a 653. Il numero delle vittime da Covid 19 si avvicina sempre di più alla soglia psicologica dei 50mila, toccando quota 47.870. La percentuale di decessi rispetto ai 1.308.528 colpiti dal virus dall'inizio dell'emergenza sanitaria è del 3,66 per cento, una delle più alte in Europa e nel mondo.

Migliorano anche i dati nelle regioni più colpite. La Lombardia resta in testa per numero di casi registrati (7.543) ma il rapporto con i tampono messi a referto per la prima volta dopo diversi giorni scende sotto quota 20 per cento (19,82). Al secondo posto per numero di contagi c'è il Piemonte (5.349) che però fa il pienone di tamponi (41.876) e ha un indice di positività del 12,78 per cento. Vanno male le cose in Veneto, dove si registrano 3.753 contagi su 17.420 tamponi (percentuale del 21,54), nella provincia autonoma di Bolzano (696 casi su 3.041 tamponi, il 22,89 per cento), in Calabria (506 casi su 2.741 tamponi, il 18,46 per cento), in Friuli-Venezia Giulia (1.197 casi su 6.680 tamponi, il 17,92 per cento) e nelle Marche (667 casi su 3.795 tamponi, il 17,58 per cento). Lombardia in testa anche nei morti con 165 decessi, oltre un quarto del totale nazionale.

Ieri è stato anche il giorno del consueto monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe, che ha preso in considerazione i dati dall'11 al 17 novembre. Il rapporto evidenzia una stabilizzazione nell'incremento del trend dei nuovi casi (242.609 contro i 235.634 della settimana precedente), a fronte di una lieve riduzione dei casi testati (854.626 contro 872.026) e di un lieve aumento del rapporto positivi su casi testati (28,4 per cento contro 27). Crescono del 24,4 per cento i casi attualmente positivi (733.810 vs 590.110) e si registra un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi (33.074 contro 28.633) e in terapia intensiva (3.612 contro 2.971); aumentano del 41,7 per cento i decessi (4.134 contro 2.918). La soglia di allarme di occupazione dei posti letto del 40 per cento fissata dal ministero è stata superata in 15 regioni e quella del 30 per cento nelle terapie intensive in 17.

La media nazionale è rispettivamente del 51 e del 42 per cento.

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