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Indipendentisti e unionisti La Catalogna divisa a metà

Oggi le elezioni per il nuovo parlamento regionale Regna l'incertezza. «Ciudadanos» possibile sorpresa

Indipendentisti e unionisti La Catalogna divisa a metà

D oppia parola d'ordine: «legalità e normalità», per buttarsi alla spalle il tremendo autunno di manganelli e commissariamenti, di manette e di esili, sperando che l'inverno e, soprattutto, il Natale regalino alla Catalogna un nuovo Parlamento, a prova di Madrid. E di Ue. Dalle 9 la Comunità con a capo la città di Gaudì va, legalmente al voto con 8.200 seggi aperti, 38 liste e 1.237 candidati parlamentari per 135 scranni disponibili. Consultazione per 5,5 milioni aventi diritto, attesissima dagli indipendentisti perché potrebbe ridare valore allo sciagurato referendum per l'autodeterminazione del 1° ottobre, illegale e approssimativo.

Gli indipendentisti e gli unionisti sono quasi in parità, ma la Sinistra repubblicana (Erc), quella che vuole staccarsi da Madrid, dell'ex vicepresidente Oriol Junqueras, incarcerato da cinquanta giorni, è lievemente in vantaggio, mentre la lista amica, ma non alleata, JuntsPerCatalunya (JxC) dell'transfuga, ex President, Carles Puigdemont, ha perso molto terreno. Tuttavia la vera bestia nera di Junnqueras è Inés Arramidas di Ciudadanos: parla in modo garbato all'elettorato di centro-destra, erode voti ai Popolari e, soprattutto, piace a quel terzo di catalani indecisi e annoiati oggi farà sentire il suo peso. Inés, la catalana con sangue andaluso, dovrebbe essere il candidato più votato dei sette, ma Erc potrebbe essere il partito che la spunta, pur senza maggioranza: vince chi conquista 68 seggi nel Parlament e i repubblicani separatisti senza la sinistra radicale della Cup dell'antieuropeista Carles Riera e i voti di Puigdemont, non vanno da nessuna parte.

Sull'altro versante, Ciudadanos (al 33-35%), benedetto dall'Inés, se, invece, finisse sotto, dovrà pensare a un'alleanza coi Socialisti, contrari alla spaccatura con Madrid, ma pronti a riformare la Costituzione per l'autonomia: in un'eventuale cordata, post-voto, per la Generalitat, i socialisti di Miquel Iceta non vedrebbero di buon occhio i Popolari del rampante Xavier Garcia Albiol che come Trump, vuole stracciare le tasse alle imprese catalane.

Il 22 mattina si conosceranno i risultati definitivi, che, molto probabilmente, già questa sera, apriranno a un lungo stallo politico, in attesa dell'alleanza meno traballante per guidare la regione.

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