Guerra in Ucraina

Kiev: Crimea nostra in 6 mesi. È "guerra calda" Russia-Usa

"La pace non ci interessa", controffensiva dell'Ucraina. Putin convoca Lukashenko: la minaccia del nucleare

Kiev: Crimea nostra in 6 mesi. È "guerra calda" Russia-Usa

Zelensky vola a Varsavia, Lukashenko a Mosca, Stoltenberg a Bruxelles e Macron a Pechino, e nell'incrocio di rotte aree si fanno le prove generali per verificare la solidità delle alleanze e magari costruire un tavolo di trattative. Lukashenko, in visita al Cremlino, è legato mani e piedi a Putin e sta assecondando tutte le richieste che arrivano dallo Zar. Minsk ha schierato da tempo sistemi missilistici tattici Iskander, in grado di trasportare testate nucleari, e di difesa aerea forniti dalla Russia. Scenario che spaventa non poco l'occidente e che ha portato Stoltenberg ad annunciare un piano di aiuti militari pluriennali a Kiev per un valore di 65 miliardi di dollari, e Blinken a promettere di «mettere l'Ucraina in condizioni di riprendere i territori conquistati dalla Russia» (il sistema anti-missili Avenger è da ieri in funzione). Notizie che a loro volta generano i deliri di Lukashenko, convinto che la Nato si stia preparando «a invadere la Bielorussia».

Zelensky a Varsavia ha incontrato il presidente Duda per sollecitare l'invio di armi. La Polonia ha già trasferito 8 caccia MiG-29 in Ucraina e si prepara a consegnarne altri 6, oltre a un nuovo pacchetto di difesa. Dal canto suo Zelensky ha ringraziato «i fratelli polacchi» per il loro sostegno, per i tank da lunedì in uso, e ha smentito la caduta di Bakhmut, riferendo che «siamo di fronte a una carenza di munizioni, ma posso assicurarvi che quella del nemico è solo propaganda. Bakhmut resiste». Le strategie militari di Kiev sembrano chiare: frenare l'avanzata dei russi nel Donbass, e liberare il sud, partendo dalla Crimea. Mykhailo Podolyak, primo consigliere presidenziale, è persuaso che «il conflitto iniziato da Mosca ha creato i requisiti per la liberazione della Crimea. La guerra continuerà fin quando il ponte di Kerch sarà smantellato e non verrà issato il drappo giallo e blu a Sebastopoli».

Il Cremlino risponde colpo su colpo, e in merito all'Operazione Speciale è tornato a parlare Putin, accusando Washington di aver sostenuto «un colpo di stato a Kiev nel 2014, favorendo il conflitto odierno». La Russia «non si vuole isolare» e rimane aperta alla «cooperazione» con tutti i Paesi sulla base del principio di «eguaglianza». Con Lukashenko, e con i capi delle quattro regioni ucraine annesse, lo zar di Mosca ha discusso di difesa da azioni terroristiche. «Abbiamo la certezza che agenzie di intelligence occidentali siano coinvolte nella preparazione di sabotaggi e attacchi, ma sapremo come rispondere». Un minimo di disgelo è arrivato dall'incontro al Palazzo di Vetro tra l'ambasciatrice Usa all'Onu Thomas-Greenfield e il collega russo Nebenzia per parlare del caso del giornalista Evan Gershkovich, arrestato la settimana scorsa in Russia. Fonti non ufficiali parlano di una possibile apertura per la liberazione. A proposito di Bruxelles, l'ambasciatore cinese presso l'Ue, Fu Cong, ha garantito che Pechino «non è dalla parte della Russia nella guerra in Ucraina. Siamo in sintonia con Putin, ma le amicizie senza limiti non esistono». In merito alla telefonata che non arriva tra Zelensky e Xi Jinping, Fu Cong sostiene che «i canali diplomatici tra Kiev e Pechino sono sempre rimasti aperti». Per il Segretario generale della Nato Stoltenberg, le parole di Fu Cong nascondo un atteggiamento ambiguo. «Quella tra Putin e Xi è più che un'amicizia solida. Se l'economia russa non è andata a rotoli nonostante le sanzioni è solo perché Pechino sta sostenendo l'alleato». Sull'ingresso dell'Ucraina nella Nato Stoltenberg non ha dubbi: «Sappiamo che Kiev entrerà a far parte dell'Alleanza». Nel frattempo Macron e Biden hanno concordato di coinvolgere la Cina in un percorso diplomatico. Per il presidente francese, che incontra Xi Jinping, «Pechino potrebbe svolgere un ruolo importante». Nel 406esimo giorno di combattimenti sono due le notizie a tenere banco. L'esistenza di una nuova milizia privata russa, il Battaglione degli Urali, finanziato dal magnate del rame Altushkin, di stanza a Kreminna.

I media russi inoltre parlando di un drone ucraino che si è schiantato vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Commenti