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Kurz in bilico: Fpoe e socialisti uniti per votare la sfiducia

Kurz in bilico: Fpoe e socialisti uniti per votare la sfiducia

Berlino La resa dei conti è rimandata a lunedì 27, quando il parlamento austriaco (Nationalrat) discuterà la mozione di fiducia depositata dalla lista di sinistra Jetzt contro il governo di Sebastian Kurz. Ci vorrà ancora qualche giorno per capire se sarà il giovane cancelliere del partito popolare (Övp) a portare il paese alle elezioni anticipate previste a settembre ovvero se il presidente Van der Bellen dovrà conferire un nuovo incarico. «Se passa la sfiducia, il capo dello Stato potrebbe incaricare di nuovo lo stesso Kurz oppure affidare l'incarico a qualche tecnico: e sarebbe una novità per il paese», spiega al Giornale Franz Fallend, politologo dell'Università di Salisburgo. «Sono già circolati alcuni nome super partes come l'ex presidente della Repubblica Heinz Fischer e l'ex commissario europeo all'Agricoltura Franz Fischler». È ancora poco chiaro il quadro politico in un'Austria sconvolta dall'Ibizagate, la diffusione di un video in cui la leadership dell'ultradestra (Fpö) al governo con Kurz si è fatta ritrarre mentre mendicava bustarelle da una sedicente oligarca russa. E di video compromettenti ce ne potrebbero anche essere degli altri, ha messo le mani avanti un preoccupatissimo Johann Gudenus, l'ex capogruppo parlamentare del Fpö coinvolto con l'ex leader del partito ed ex vicecancelliere Heinz-Christian Strache nel video girato a Ibiza due anni fa e diventato di dominio pubblico venerdì scorso. In un Nationalrat con183 seggi la partita della fiducia è a tre: l'Övp del cancelliere ha 61 deputati, 52 il partito socialdemocratico (Spö) all'opposizione, e 51 l'Fpö uscita dalla coalizione dopo che Kurz ha cacciato nell'ordine Strache e poi il ministro degli Interni Herbert Kickl. Kurz sperava di poter sostituire i ministri di destra con alti dirigenti ministeriali ma né la sinistra né l'Fpö intendono aiutarlo. La questione fiducia è adesso nelle mani dei socialdemocratici e il partito è diviso: da un lato in molto vogliono mandare a casa Kurz, detestato non solo per la stretta contro l'immigrazione «ma per aver fatto approvare una legge che dà ai datori di lavoro la possibilità di portare la settimana lavorativa a 60 ore», ricorda Fallen; dall'altro c'è l'imbarazzo di unirsi nel voto all'odiata ultradestra nazionale (come se poi l'Spö e la Fpö non governassero insieme per esempio nel Burgenland, uno dei nove Länder nazionali). Le divisioni non finiscono qua: «A livello federale il partito è con Kurz, ma molti dirigenti regionali rimpiangono la linea tradizionalmente più centrista del partito popolare austriaco».

Spö ed Fpö si riservano di decidere in merito alla fiducia «ma in una settimana può accadere di tutto», conclude Fallend.

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