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Un lancio senza paracadute E Puigdemont temporeggia

Un lancio senza paracadute E Puigdemont temporeggia

E poi, resta l'imbarazzo e la vergogna. La desolazione del giorno dopo la grande sbornia. Belle e colorate le manifestazioni di piazza: tutti fuori per le strade a reggere striscioni, bambini sulle spalle, bandiere della Catalogna da sventolare. Il sogno della libertà dalla terra che opprime. Spiriti anarchici e ribelli a disobbedire alla madre patria, i politici del Parlament a cavalcare la rabbia cieca. Parola d'ordine andarsene via. Liberi e lontani dalla repressione di Madrid. E poi la realtà a spezzare l'euforia di una rivoluzione. L'amaro risveglio da un sogno bevuto tutto d'un fiato, capire all'improvviso che sfidare lo Stato non è poi una festa in pigiama e che la secessione non è una sfilata per famiglie. È un rischio invece concreto e troppo grosso dove chi cade si fa male e male davvero. Ci sono state le botte e i pestaggi a risvegliare il sonno degli ingenui, di chi pensava che c'era da portare le nonne con i loro nipoti una domenica di rivoluzione. Ci sono voluti i feriti e i pianti a spazzare via la leggerezza di chi non aveva fatto i conti con la Storia e una classe politica colpevole che non ha messo in guardia e tutelato quanti avevano dimenticato che i confini si sono sempre disegnati con il sangue e con le lacrime.

La convivenza era fragile ma ora si sa che lo è anche il sistema bancario. Aziende e banche e persone cercano rifugio nel grande ventre della madre patria. Cittadini catalani che corrono ad aprire conti lontano dalla Catalogna. E a giocare a quel tavolo delle scommesse pazze restano ancora loro, i politici irresponsabili che non hanno saputo prevedere, capire, indirizzare e smorzare. Ma soprattutto non hanno voluto vedere che la regione era ricca sì, ma proprio in forza della Spagna tutta, che la Catalogna è certamente la locomotiva che traina, ma che senza un Paese attaccato, diventa un motore inutile. Puigdemont che si getta nella mischia senza un paracadute. Possibile che abbia pilotato questo scontro con lo Stato come un martire che non può più tornare indietro? Sognava lui e i suoi di passare alla storia come i martiri della nuova patria, ma sentono già la vertigine del salto. Le coperture economiche non ci sono. Senza soldi c'è poco da fare i rivoluzionari. Prendono tempo, annaspano e promettono che la dichiarazione d'indipendenza la faranno, la proclameranno, la loro gente aspetta. Perfino Artur Mas ha ammesso che no: non siamo preparati. Tira aria di mediazione, che poi vuol dire resa, di smorzare i torni, di tendere una mano al nemico, che il tempo dei duri e puri è finito. Lavorano sotto banco per non perdere la faccia con la loro gente che adesso si aspetta il suicidio politico.

Loro intanto aspettano e supplicano una mediazione da Madrid, come una madre a toglierli dall'impaccio.

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