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L'Austria setaccia i treni in arrivo dal Brennero per bloccare i migranti

Sì del Senato al decreto i sui minori soli Portati sulle coste siciliane 140 profughi

L'Austria setaccia i treni in arrivo dal Brennero per bloccare i migranti

Da una parte del confine, il pragmatismo dei controlli; dall'altra parte del medesimo confine, la retorica dell'accoglienza. Benvenuti sul passo del Brennero che divide l'Austria dall'Italia: un valico fisico che incarna pure una «frontiera» ideologica rispetto a come affrontare il tema, sempre più pressante, dell'emergenza migranti. La politica di Vienna è opposta a quella di Roma. Mentre da noi infatti si punta sulla strategia delle «braccia aperte», il ministro dell'Interno austriaco, Wolfagang Sobotka, blinda il Paese e annuncia una linea ferroviaria «riservata» per meglio controllare i treni provenienti dall'Italia e che potrebbero attraversano il valico del Brennero pieni di migranti: gli stessi migranti che l'Italia non vede o finge di non vedere. Insomma, controlli ancora più serrati in risposta al buonismo italico.

Il governo di Vienna ha deciso così «la creazione di un binario ad hoc nella stazione di Brennersee per i convogli che solchino la frontiera italo-austriaca». Una coerenza operativa - quella del ministro Sobotka - che segue di qualche mese un'altra «misura di protezione» che nell'ottobre dello scorso anno fece particolarmente scalpore: la reintroduzione dei controlli di confine al passo di Monte Croce Carnico, noto in tedesco come Kreuzbergpass.

Fra le nevi a 1.360 metri di altitudine gli austriaci hanno piazzato due container e un posto di controllo con una garitta. Come quella che esisteva prima della scomparsa dei confini in seguito all'entrata in vigore del Trattato di Schengen. La mossa di Vienna è volta a contrastare il passaggio clandestino di migranti, come già avviene al passo del Brennero. A Monte Passo Croce non sono stati segnalati transiti di clandestini, ma la decisione di Vienna potrebbe anticipare una deviazione del traffico di migranti e passatori dalle strade più battute - e quindi più controllate - a itinerari meno sorvegliati, considerato anche come presso il vicino valico del Tarvisio spesso si registrano passaggi di migranti dall'Austria all'Italia. Già lo scorso anno Vienna aveva annunciato, per «ragioni di sicurezza interna» una recinzione di 370 metri di lunghezza e 4 di larghezza. Ma poi non se ne fece nulla. Su un punto però Vienna e Roma concordano: «la tutela e l'accoglienza dei minori non accompagnati». Proprio l'altro ieri è passato al Senato il decreto Minniti che, su questo fronte, assicura maggiori garanzie.

Fin qui le chiacchiere e i buoni propositi. Poi, c'è la realtà. Con tutto il suo carico di disperazione. Centoquaranta naufraghi salvati dalla Marina italiana al largo delle coste libiche e portate a Lampedusa. Il racconto fatto da un ragazzo di 16 anni originario del Gambia, era in un primo tempo raccapricciante: «In mare c'era una distesa a perdita d'occhio di cadaveri». Per fortuna si trattava invece di persone ancora in vita che, come detto, sono state salvate.

L'Unhcr si è detto «soddisfatto». Di cosa?

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