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L'avvelenatore di Skripal "è un colonnello russo decorato eroe da Putin"

Il presidente diceva: "Cittadino innocente". I documenti provano: 007 dei servizi militari

L'avvelenatore di Skripal "è un colonnello russo decorato eroe da Putin"

Altro che «innocenti cittadini russi dei quali non sappiamo nulla». A distanza di due settimane da quando Vladimir Putin si presentò alla tv di Stato per sostenere con certezza che non ci fosse «nulla di criminale» dietro ai profili dei due sospettati dalle autorità britanniche per l'avvelenamento dell'ex spia russa Sergej Skripal, si scopre che uno dei due accusati di tentato omicidio è in realtà un colonnello russo pluridecorato ed ex veterano dei corpi speciali militari di Mosca, premiato come «eroe» dal presidente Putin in persona nel 2014.

La rivelazione nasce da un'inchiesta del sito di giornalismo investigativo Bellingcat, in collaborazione con il Telegraph di Londra e combacia con le prove in mano agli investigatori britannici. Uno dei due accusati, finora conosciuto come Rusan Boshirov, entrato in azione a Salisbury il 4 marzo con Alexander Petrov e sui cui pende un mandato di arresto europeo - sarebbe in realtà il colonnello Anatoly Chepiga, identificato comparando le foto dei tempi dell'Accademia militare, dove studiò da ragazzo nell'estremo Est della Russia, con il volto catturato dalle telecamere di Salisbury.

Originario di uno sperduto paesino al confine con la Cina, Chepiga è entrato a 18 anni nell'esercito russo e già a 22 era membro dello Spetsnaz, le forze speciali sotto il comando del Gru, i servizi segreti militari russi. Dal 2001 al 2008 è stato impiegato in Cecenia e per il buon lavoro compiuto ha ricevuto venti decorazioni. Nel 2009 il trasferimento a Mosca. Le vere generalità compaiono nei documenti ufficiali diffusi ai giornalisti e catalogati top secret mentre è un documento dell'Accademia del Commando militare dell'Estremo Est della Federazione russa a provare che Chepiga «è stato premiato con il titolo onorario di eroe di Russia per ordine del presidente della Federazione russa» Vladimir Putin, che in genere consegna personalmente il tributo. È negli anni trascorsi in Cecenia che potrebbe essere nata la voglia di vendetta nei confronti dell'ex spia Skripal, con cui il colonnello pare abbia lavorato, maturando l'odio tipico per i «traditori» dopo aver scoperto che Skripal, un passato nel Kgb, sia poi finito a passare informazioni all'MI6, l'agenzia britannica di spionaggio per l'estero.

Secondo uno dei membri del Comitato affari esteri della Camera dei Comuni di Londra, la rivelazione dell'identità del colonnello Chepiga è la prova non solo delle bugie e del coinvolgimento di Mosca nel caso, ma anche del livello di scarsa professionalità con cui è stata condotta l'operazione di avvelenamento di Skripal e della figlia Yulia, entrambi sopravvissuti, a differenza di Dawn Sturgess, la mamma di tre ragazzi morta a luglio, sempre a Salisbury, dopo essere entrata in contatto con la boccetta di profumo con cui è stato trasportato il novichock. L'operazione «non è riuscita a sopravvivere nemmeno a un'inchiesta giornalistica», dice Tom Tugendhat. In effetti, l'intelligence britannica non ha impiegato molto tempo a scoprire l'identità dei due avvelenatori e i loro legami con il servizio militare russo Gru. «Eravamo solo turisti, a Salisbury per ammirare la cattedrale» hanno detto i due, quindici giorni fa a Russia Today, la tv sponsorizzata da Mosca. Secondo molti analisti l'intervista, in cui la giornalista insinua che siano omosessuali («Non so se sono gay o no») sarebbe la «punizione» per il loro operato maldestro, oltre che un tentativo pieno di lacune per difendersi (dicono di essere stati a Salisbury per visitare la cattedrale ma le telecamere provano che, di fronte all'edificio, hanno preso la strada opposta, in direzione della casa di Skripal.

L'avvelenamento ha scatenato una guerra diplomatica non solo tra Londra e Mosca ma anche tra le cancelliere occidentali (14 Paesi della Ue, Stati Uniti, Australia) e il governo russo, con l'espulsione di circa 150 diplomatici da entrambe le parti. La premier inglese Theresa May, nelle scorse ore, ha confermato all'Onu di aver presentato «prove dettagliate» del coinvolgimento di Mosca: «La Russia in maniera spericolata ha utilizzato un agente nervino sulle nostre strade».

Per il Cremlino, invece, le rivelazioni sull'identità degli avvelenatori di Salisbury sono «pure sciocchezze, una seria di frottole».

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