Lettere d'amore

La nostalgia di Giorgio Saviane: "Quando parti un po' ti odio"

Lo scrittore alla (futura) moglie lontana: "Ho cancellato i tuoi numeri, che cretino"

La nostalgia di Giorgio Saviane: "Quando parti un po' ti odio"

Ale, lo so, sai, di essere stato un cretino a non accogliere con entusiasmo i tuoi numeri del telefono, ma quando parti un poco ti odio anche adesso, ma sempre meno. Ora invece vorrei chiamarti al telefono e dirti che ti odio, certo, perché sei lontana, ma che sentire la tua voce «crocchiante» (ricordi?) sarebbe un poco averti vicina. Forse è la prima lettera d'amore che ti scrivo, ma te ne ho scritta in Il terzo aspetto e ora mi viene in mente quando mi telefonasti all'Argentario e io venni a trovarti. Fu una sorpresa purissima, e poi la tua felicità così modesta, così ripetuta, così cara. Ecco, il darmi i numeri di telefono assomigliava a quella sorpresa. Perché li hai cancellati? La tua voce è nascosta lì e io come posso sentirla? E l'avrei potuto. Ma le sette ore di differenza, la mia incapacità di organizzazione: ma non di amarti, amore. Ti scrivo per te e per me, per parlarti per udire il suono delle tue parole, per non essere così lontano, per non odiarti più di essere così lontana. E per avere cancellato quei numeri. Ecco, ti ascolto, sento le tue parole ridenti e un poco mi consolo. O moltissimo, moltissimo perché so che gradirai questa lettera, la riceverai prima di incontrarci e non avrò bisogno di dirti che ti aspetto da quando sei partita, che ti odio anche per amarti di più quando ti vedrò. Ma sarà, come sempre, senza parole. Parlerai tu, tanto, tanto, mi racconterai e io ti ascolterò parlare non per quello che dici ma perché parli, perché ti ascolto, sei con me.

Forse ti avrò chiamato alle Antille, certo voglio chiamarti. Ma se non ci riuscissi? Se le sette ore ci dividessero? Ho quasi paura di quelle sette ore: mi sembrano gli oceani che ci separano.

Sono a letto, senza di te e ti scrivo per addormentarmi con la tua mano. Ciao tuo «ohohoh» . Quando mi chiamerai per nome? Non importa, sai, lo so che sei fatta a tuo modo, e io anche sono fatto male, ma insieme facciamo due pieni di felicità qualche volta. È tanto qualche volta specie adesso che resta solo il ricordo, ma anche l'attesa!

agosto 1989

Ale, ieri ti ho scritto una lettera a casa a Firenze, la troverai al tuo ritorno, poi ho pensato che potevo mandartela al Club, ho fatto molte volte il 15 per chiedere come funzionano le sette ore, ma non risponde mai. Devo scriverti in fretta, ma ieri l'ho fatto col cuore, spero tu voglia tornare un'ora prima per leggere la mia lettera.

Se avessi avuto i tuoi numeri, mi sarei consolato a sentire la tua voce.

Spero, ma ci conto poco, che ti arrivi questo biglietto a rimproverarti d'amore per aver cancellato quei numeri!

Ti bacio

agosto 1989

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