Qatargate

Via l'immunità a due deputati. Così Panzeri teleguidava tutti

Niente scudo per Cozzolino e Tarabella. L'ex della Camera del Lavoro dirigeva i colleghi per aiutare il Qatar

Via l'immunità a due deputati. Così Panzeri teleguidava tutti

Una audizione teleguidata, in cui apparentemente a dialogare di diritti umani e sindacali erano il ministro del Lavoro del Qatar e i deputati dell'Europarlamento: ma a tirare in diretta le fila di tutto era Antonio Panzeri, il potente ex parlamentare del Pd divenuto capo della Ong Fight Impunity, al soldo del regime del Qatar e di altri governi africani. È una ricostruzione quasi surreale, quella che emerge dagli atti dell'indagine resi noti ieri dal quotidiano Le Soir. Panzeri e il suo assistente Francesco Giorgi vengono intercettati mentre dirigono l'incontro in modo tale che il ministro di Doha se la cavi al meglio possibile.

Il più zelante, nell'eseguire i messaggini che gli arrivano da Panzeri, è Marc Tarabella: il deputato socialista belga di cui ieri la procura di Bruxelles ha chiesto la revoca dell'immunità parlamentare, in modo da poterlo inquisire e arrestare. A ricostruire la singolare riunione, gli inquirenti sono arrivati anche grazie alle confessioni di Giorgi. Il quale, quando gli chiedono a chi si era rivolto Panzeri per dare suggerimenti, fa due nomi: uno è quello di Andrea Cozzolino, italiano, il secondo deputato per il quale i pm belgi hanno chiesto la revoca dell'immunità. L'altro è quello di Alessandra Moretti, anche lei italiana del Pd.

Tutto avviene il 14 novembre scorso, nella sala 3G-3 dell'Europarlamento, dove viene ricevuto il ministro Ali ben Samikh Al-Marri. A dirigere l'incontro Marie Arena, socialista belga. Ci sono Tarabella, Cozzolino, la Moretti. E Giorgi, che nel frattempo è diventato l'assistente di Cozzolino ma continua a lavorare con Panzeri: e che ha incontrato insieme a lui il ministro Al-Mahri il mese prima, in un grand'hotel. «L'incontro serviva a preparare il ministro all'audizione del 13 novembre», spiega ora ai pm Giorgi. All'uscita, i due vengono filmati mentre portano una borsa divenuta nel frattempo più pesante.

E il ministro viene preparato davvero. Quando incontra gli eurodeputati, Al-Mahri legge un testo che non è opera sua. Il suo ghost writer è Panzeri, dalla prima all'ultima riga. Poi arrivano le domande, il momento in teoria più difficile. Ma spiega Giorgi, Panzeri si è già cautelato suggerendo ai compagni di partito le domande più «utili». A chi si era rivolto? «Alla Moretti e forse a Cozzolino», dice Giorgi.

Cozzolino, però, non segue del tutto i consigli. Così a Panzeri tocca intervenire in diretta per raddrizzare la situazione. Giorgi gli scrive: deve intervenire Tarabella? «Si, subito», dice Panzeri: e detta la linea, ordinandogli di sottolineare che adesso tutti criticano il Qatar per i diritti umani ma non si è visto lo stesso interesse quattro anni fa durante i mondiali in Russia. Sette minuti più tardi Tarabella prende la parola: e se la prende con l'ipocrisia dei colleghi, che in «eventi sportivi del passato» erano stati meno severi. Missione compiuta. Anche la Arena interviene, e invece che sul Qatar punta il dito sulle imprese europee che non rispettano le leggi. Appena finisce la riunione, Panzeri la chiama e ringrazia.

Un Parlamento, insomma, in balia della rete di Panzeri. Anche per dissipare questa immagine l'assemblea si prepara a togliere l'immunità ai due deputati nel mirino degli inquirenti. Tarabella, avendo probabilmente capito l'aria che tira, ieri rende noto di essere favorevole alla revoca dell'immunità.

Stessa linea di Cozzolino, che in una sua dichiarazione si era già detto pronto a rinunciare allo «scudo».

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