Barcellona sotto attacco

L'islamismo e il femminicidio permanente

Il problema è l'islam. Il problema è una concezione religiosa responsabile di un "femminicidio" permanente

L'islamismo e il femminicidio permanente

Il problema è l'islam. Il problema è una concezione religiosa responsabile di un «femminicidio» permanente nei confronti della libertà e della vita delle donne. Il problema è il versetto del Corano che recita: «Le vostre donne sono come un campo per voi, venite dunque al vostro campo a vostro piacere». Il terrorista di Turku è un marocchino 18enne giunto lo scorso anno in Finlandia come richiedente asilo: tutte le vittime, sia morte che ferite, sono donne, ad eccezione di due uomini intervenuti nel tentativo di placare la furia omicida. «Il suo obiettivo erano le donne», ha confermato un portavoce della polizia. La dittatura dell'islamicamente corretto impedisce ai maîtres à penser dell'Occidente libero e secolarizzato, patria dei Lumi e delle gonnelle, di riconoscere, senza infingimenti, l'enorme problema dei musulmani con le donne, il sesso e il corpo femminile inteso come luogo di conquista e sottomissione. Lo scrittore algerino Kamel Daoud ha fatto notare che il paradiso promesso ai «martiri» che muoiono seminando terrore sulle nostre impertinenti ramblas, più che a un luogo di beatitudine spirituale, somiglia a un gigantesco bordello. Daoud ha anche ammesso di sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni in Algeria e non nella Francia anestetizzata dal politicamente corretto. Da noi è più comodo imbastire reboanti campagne contro il femminicidio all'italiana, magari facendo passare sotto silenzio i dati forniti, pochi giorni fa, dal ministro dell'Interno Marco Minniti. Nei primi sette mesi di quest'anno, rispetto allo stesso periodo del 2016, sono diminuiti i delitti e, in particolare, i casi di cosiddetto «femminicidio»: gli omicidi commessi dal partner sono passati da 94 a 72, quelli perpetrati dall'ex partner da 12 a 8. Sono queste le cifre della presunta «emergenza» in nome della quale si costruiscono incerte carriere politiche ed editoriali.

Si tace invece su quell'altro «femminicidio» permanente, autentica dichiarazione di guerra contro milioni d donne quotidianamente umiliate, sopraffatte, uccise.

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