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Londra, accuse a Corbyn: "Rapporti con le spie russe"

Il leader laburista avrebbe fornito informazioni riservate ai sovietici. Lui smentisce: "Falsità"

Londra, accuse a Corbyn: "Rapporti con le spie russe"

«Non comprate prodotti o servizi delle compagnie Huawei o Zte». Il monito viene da Fbi, Cia ed Nsa e si rivolge ai consumatori americani. Davanti alla commissione Intelligence del Senato, alti funzionari delle agenzie Usa hanno dichiarato che i produttori cinesi «rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale». Secondo Michael Rogers, direttore Nsa, «questa è una sfida che può diventare più grave in futuro». Ma è stato Christopher Wray, il direttore dell'Fbi, a spiegare nel dettaglio: il pericolo sarebbe permettere «che qualsiasi azienda si possa ritenere dipendente da governi stranieri». Wray avrebbe anche elogiato gli sforzi delle compagnie che «stanno cercando di sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema». Secondo Wray, il fatto che gli sforzi di Huawei per vendere tecnologie a diverse agenzie federali erano già stati effettuati in passato, «proverebbe la capacità di modificare o rubare intenzionalmente informazioni e fornisce prova della capacità di saper condurre uno spionaggio non rilevabile». Ma cosa vuol dire? Huawei ha cercato di vendere, senza successo, le sue tecnologie alle agenzie e questo significa automaticamente spionaggio. Ma Richard Yu, il ceo di Huawei, era già abbattuto: a gennaio 2018, aveva visto saltare i colloqui per la vendita di smartphone Mate 10 Pro ad AT&T.

Molte le perplessità, l'annuncio potrebbe essere visto anche come uno sforzo protezionistico. Facendo leva sul timore nei consumatori e impedendo a prodotti di aziende estere di essere venduti in America, si favoriscono gli autoctoni. Come Apple. In molti Paesi, infatti, Huawei è diretto competitor di Apple (i cui prodotti sono costruiti in Cina). Ma forse il problema non è rappresentato solo da Huawei e Zte. Anche l'antivirus Kapersky Lab, made in Russia, era stato bandito dai pc dei federali. La legge che bandiva l'antivirus sui computer delle agenzie americane era stata approvata da Trump a dicembre. Jeanne Shasheen, senatrice dem, aveva confermato la minaccia: il software costituiva «un grave rischio per la sicurezza nazionale», rendeva i pc vulnerabili alle influenze del Cremlino. Anche allora l'azienda russa aveva negato le accuse.

Il mese scorso, il senatore repubblicano Tom Cotton aveva presentato in aula una proposta di legge per vietare al governo di contrattare con società che utilizzano prodotti Huawei e Zte. A testimonianza che le perplessità americane fossero già in essere, esiste un rapporto del Congresso del 2012, che dice che le due società cinesi dovrebbero essere viste «con sospetto». Per Huawei «non è mai stato chiesto di fornire accesso alla nostra tecnologia, né di fornire dati o informazioni su alcun cittadino o organizzazione a nessun governo o agenzia di governo». Zte invece ha aggiunto che i suoi telefoni mobili e i suoi device incorporano componenti prodotti negli Usa.

Tuttavia, è difficile che la Cina sia interessata ai dati di un qualsiasi consumatore americano: o la minaccia è più grande di come appare o potrebbe davvero trattarsi di una manovra protezionistica.

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