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Londra, colpo di spugna sui crimini di guerra: amnistia per tutti i soldati

Proposta del ministro della Difesa: benefici per i militari coinvolti in conflitti fino a 10 anni fa

Londra, colpo di spugna sui crimini di guerra: amnistia per tutti i soldati

Londra Un'amnistia per i crimini commessi in guerra dai militari più di dieci anni fa. É quello che ha promesso il nuovo ministro della Difesa britannico Penny Mordaunt insieme alla proposta di sottrarre la materia dei conflitti armati alla giurisdizione della Corte Europea per I diritti umani. Un colpo di spugna non da poco, che riguarderebbe tra i 150-200 soldati attualmente sotto inchiesta, compresi quelli che hanno combattuto in Afghanistan e in Iraq, ma che esclude i casi riguardanti l'Irlanda del Nord. Un'eccezione voluta proprio per non minare alle fondamenta quella pace ancora fragile, raggiunta dopo una guerra sanguinosa e trentennale combattuta casa per casa su cui però non tutti sono d'accordo, nemmeno nello stesso partito conservatore. Alcuni deputati Tories infatti, vorrebbero che l'amnistia venisse estesa anche ai fatti dei Troubles in modo da non perseguire, ad esempio, l'ex soldato accusato dell'omicidio di due persone avvenuta a Derry, nella domenica di sangue del 1972. Contrario invece all'estensione dell'amnistia il Sinn Feinn perchè « non dev'esserci immunità o impunità per i soldati inglesi responsabili di atti criminali, collusione e omicidi in Irlanda». Una nota dettagliata della proposta verrà diffusa nei prossimi giorni, ma sulla questione si è già scatenata una forte polemica. «É venuto il momento di cambiare il sistema - ha dichiarato il ministro - e fornire la giusta protezione legale per garantire che le decisioni prese in battaglia dal nostro personale militare non portino in futuro a ripetute e ingiuste inchieste». Già qualche settimana fa però alcuni deputati conservatori hanno annunciato di non voler sostenere il governo su questa strada a meno che non si cambi idea sull'Irlanda. L'ex capo delle Forze Armate, il generale Lord Dannat, ha spiegato che i membri del parlamento tenteranno di emendare la legislazione in questa direzione quando questa arriverà alla Camera dei Lord. «Non possiamo consentire che si legittimi la presunzione che le morti in cui i nostri militari sono stati coinvolti erano degli errori da punire ha detto Dannat I soldati fanno il loro dovere, a volte vengono attaccati. Ritornano feriti. Non sono addestrati per assassinare la gente. I terroristi lo sono e lo fanno con successo. Dobbiamo tracciare una distinzione netta tra queste due cose».

Mordaunt vorrebbe inoltre portare avanti una proposta molto controversa sulla possibilità di derogare a quanto stabilito dalla Convenzione Europea sui diritti umani prima dell'inizio « di operazioni militari significative» , qualora il governo britannico lo ritenga appropriato. Si tratta di un impegno già preso in precedenza nel 2016, dalla stessa Theresa May per porre un freno a quella che era stata soprannominata «l'industria delle richieste vessatorie» contro i soldati che, dal 2004 fino ad ora, è costata al ministero della difesa un centinaio di milioni di sterline.

Tecnicamente una simile deroga è possibile ed altri Paesi hanno già optato per questa scelta in precedenza. L'ha fatto l'Ucraina nel 2015, la Francia subito il massacro parigino del Bataclan e la Turchia in seguito ad un fallito golpe militare nello scorso luglio. Va detto però che l'idea ha subito incontrato l'ostilità dei gruppi a favore della difesa dei diritti umani come Liberty, convinti che la maggior parte delle azioni legali riguardino casi di tortura sui cui la deroga non dovrebbe essere possibile.

Secondo la proposta Mordaunt, fatti accaduti più di dieci anni fa, dovrebbero poter essere perseguiti solo in eccezionali circostanze.

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