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Londra vuole la Brexit. Solo sulla carta

May ko in aula sul mercato unico. Farage: passaporto tedesco ai figli

Londra vuole la Brexit. Solo sulla carta

Londra - Unione doganale sì, unione doganale no. Nel dopo Brexit non c'è nulla di scontato, nemmeno quello che sembrava già deciso. È di ieri la notizia che una potente Commissione trasversale, formata da Laburisti, Conservatori e nazionalisti scozzesi, la prossima settimana ha programmato un dibattito in Parlamento per chiedere che il Regno Unito continui a far parte di un'unione doganale anche dopo l'uscita dall'Europa. Non si tratta di semplice disquisizione teorica dato che la richiesta giunge il giorno dopo la prima sconfitta bruciante del governo alla Camera dei Lord nell'emendamento alla Brexit Bill, che riguarda proprio questo argomento. In 348 contro 225 hanno infatti votato alla Camera Alta a favore di un piano che costringa i ministri a negoziare una continuità doganale e a discutere ogni passo della trattativa con il Parlamento. Lord Callanan, sottosegretario per la Brexit, ha già escluso la possibilità spiegando che il governo ha intenzione di rovesciare la situazione nei prossimi mesi quando il Brexit bill tornerà ai Comuni.

Va detto che quella di mercoledì è solo la prima di una serie di sconfitte che l'esecutivo May si prepara a subire ai Lords, dove non detiene la maggioranza, ma fino a ieri sperava di non dover più discutere di dazi comuni fino a maggio. Invece dovrà farlo di nuovo la settimana prossima e questo aumenta la pressione. Quello che però veramente importa è se alla Camera dei Comuni May e fedelissimi avranno i numeri necessari per capovolgere il risultato ottenuto ai Lords. E mentre il governo suda sette camicie per far approvare la legge che svincolerà il Paese dal controllo dell'Unione Europea, chi ha trascinato di fatto la Gran Bretagna verso la Brexit ammette con candore che due dei suoi figli hanno un doppio passaporto per poter usufruire della libera circolazione anche dopo l'uscita. Nigel Farage, ex leader dell'Ukip e principale sostenitore del divorzio, durante una vivace intervista con il liberaldemocratico Nick Clegg, ha raccontato che due dei suoi quattro figli, avuti dall'ex moglie Kirsten Mehr, hanno la cittadinanza tedesca e potranno quindi beneficiare di tutti i diritti degli altri cittadini europei. Benché Farage abbia sottolineato che i ragazzi «si sentono più inglesi che europei», sembra veramente paradossale che proprio chi è riuscito a convincere più della metà del Paese che la vita sarebbe stata migliore senza dover sottostare alle regole di Bruxelles, poi si premunisca di garantire ai propri rampolli i diritti che i suoi connazionali si vedranno negati. Tanto più che, a quanto raccontano alcuni testimoni, sembra che la richiesta per la cittadinanza sia stata presentata dallo stesso Farage, in coda di fronte all'ambasciata tedesca soltanto lo scorso anno. L'ex leader ha aggiunto che i suoi figli quando i suoi figli «vanno a vedere una partita di calcio la loro identità è chiara e si capisce da che parte stanno».

È un vero peccato che la Brexit non sia soltanto una questione di tifo nazionale e Farage lo sa perfettamente.

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