Coronavirus

"È l'ora di un cambio di passo. Si pensi ad ambulatori Covid"

Il microbiologo del Bambino Gesù: "La malattia è diversa, utile una riorganizzazione della sanità"

"È l'ora di un cambio di passo. Si pensi ad ambulatori Covid"

Analizzare i numeri in modo più «attuale», iniziare a pensare a una gestione ospedaliera diversa del Covid. Sono parecchie le scelte che la sanità e la politica sono chiamate a fare per incanalare la pandemia in una nuova normalità. Ma i vecchi metodi di gestione (dai bollettini serali ai reparti solo Covid) hanno realmente fatto il loro tempo? Ne abbiamo parlato con Carlo Federico Perno, direttore di microbiologia dell'ospedale Bambino Gesù di Roma.

I bollettini quotidiani sui dati Covid potrebbero presto lasciare il posto a report settimanali. Cosa ne pensa?

«Bene, serve un cambio di passo. Ma il terrorismo psicologico non sta nei numeri, sta in come vengono letti. Quindi oltre a rendere settimanali i bollettini, vanno anche analizzate meglio le cifre».

Ad esempio, come?

«Non ha più senso snocciolare i numeri senza sviscerare quelli che riguardano i vaccinati da quelli che riguardano i non vaccinati. Dobbiamo renderci conto che siamo di fronte a due epidemie: quella dei vaccinati, fatta di pochi sintomi e gestibile con qualche giorno a casa. E quella dei non vaccinati, costellata ancora di morti e casi gravi».

Quindi nei conteggi non basta isolare il numero dei vaccini somministrati?

«Non più, non solo. È ora di raccontare quanti sono i ricoveri e i decessi tra non vaccinati e quanti quelli tra vaccinati. Solo così possiamo renderci conto davvero di cosa stia accadendo. Altrimenti i numeri rischiano di perdere di senso. Se nel conteggio - quotidiano o settimanale che sia - non teniamo conto di queste due categorie, è come se dicessimo che i vaccini non sono serviti a nulla poichè i ricoveri risultano sempre alti. Invece non è cosi».

La riorganizzazione dei numeri ci dice, implicitamente, che forse serve anche una riorganizzazione sanitaria per gestire i ricoveri.

«Non sta a me dirlo. Ma per l'Hiv è stato così. Grazie ai farmaci, il virus era stato trasformato in una malattia gestibile, sono stati chiusi i grossi reparti e le case alloggio per i terminali. L'Aids oggi è una patologia per lo più ambulatoriale».

Potrebbe accadere qualcosa di simile anche con il Covid?

«Per i vaccinati si. Finora non ho visto un solo vaccinato (sano, senza altre patologie) aver bisogno del ricovero in ospedale. La malattia sta cambiando, ma non per una sua evoluzione naturale. Siamo noi che la stiamo cambiando grazie ai vaccini, la trasformeremo in una patologia endemica».

Può trasformarsi in malattia pediatrica?

«Se lo fa non è per un cambiamento del virus ma solo perchè, al momento, la platea dei bambini è quella meno coperta dai vaccini. In una riorganizzazione sanitaria, bisogna tenere conto anche di questo.

E cioè del fatto che, senza vaccino, cresce il numero dei bambini ricoverati».

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